Il presidente della Repubblica segue con attenzione quese delicate fasi all’interno del Parlamento. Il voto sul Mes del prossimo 9 dicembre potrebbe segnare una svolta. Il Colle – si legge su Repubblica – monitora le tappe di avvicinamento al passaggio parlamentare con preoccupazione. Soprattutto perchè se il governo, in una legislatura che Mattarella considera europeista, soprattutto alla luce del Recovery, dovesse cadere su un tema di politica europea perché la maggioranza sceglie una linea anti- Ue, non ci sarebbe altra possibilità che andare al voto anticipato.
La crisi e le urne, secondo il Quirinale, si imporrebbero da sole. Non sarebbe una scelta del presidente, ma dettata dai fatti. Sarebbe infatti impossibile, considerando anche la eventuale posizione di M5S e Forza Italia, mettere insieme una maggioranza in sintonia con Bruxelles.
Impegnata nel negoziato per sbloccare il veto di Ungheria e Polonia sul Next Generation Eu da 750 miliardi, con il fiato sospeso per le battute finali delle snervanti trattative sulla Brexit, ora l’Europa ha paura di cadere sull’Italia. Anche se in Europa – prosegue Repubblica – confidano che alla fine la maggioranza troverà una soluzione, le fibrillazioni sul Mes rafforzano i dubbi sulla capacità italiana di prendere decisioni sui dossier comunitari, a partire dal piano nazionale per accedere al Recovery.
La vera preoccupazione di Parigi e Berlino: un ritardo o un cattivo uso dei fondi Ue segnerebbe un fallimento della più grande innovazione economica dalla nascita della moneta unica, appunto il Fondo finanziato dagli eurobond, e renderebbe impossibile immaginare nel futuro prossimo nuove svolte.
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