“Gli insegnamenti cardine di Papa Francesco sono in grande sintonia con l’impegno di Joe Biden a sanare, ci sarà una cooperazione straordinaria tra il Papa ed il presidente eletto sulle questioni della pandemia, della crisi economica e quelle che hanno effetto sui più vulnerabili”. Così Miguel Diaz, il teologo di origine cubana che è stato ambasciatore Usa presso la Santa Sede durante la prima amministrazione di Barack Obama, in un’intervista con l’Adnkronos esprime il suo entusiasmo per il prossimo ritorno alla Casa Bianca di Biden all’insegna non dell’America great again, lo slogan nazionalista di Donald Trump, ma dell’America care again, l’America che di nuovo ha a cuore gli altri.
“Non ci sono dubbi sul fatto che la sua fede cattolica abbia un profondo impatto su di lui come persona e come leader e che questa fede cattolica sarà portata alla Casa Bianca”, prosegue Diaz parlando della fede di Biden, che sarà il secondo presidente cattolico dopo John Kennedy. E racconta un piccolo aneddoto che risale agli anni in cui rappresentava Washington al Vaticano: “Quando Biden venne ricevuto da Papa Benedetto, mi ricordo che tolse il suo rosario dalla tasca e condivise la storia della sua fede, che in molti aspetti che è simboleggiata dal semplice fatto di portare quell’oggetto”.
“Conosciamo molto bene la visione di Papa Francesco, la sua scelta per i poveri, gli emarginati, la terra impoverita, è stata in cima alla sua agenda sin dal primo viaggio a Lampedusa“, ricorda ancora il teologo sottolineando come il concetto di healing, di sanare, ribadito da Biden nel discorso in cui ha dichiarato la vittoria elettorale, si riferisca “non solo al corpo umano ma del pianeta”.
Per Diaz infatti con il Covid 19 gli Stati Uniti, e tutto il mondo, stanno affrontando non solo un “virus biologico” ma anche un “virus sociale” dal momento che il coronavirus attacca in modo più violento i soggetti socialmente più vulnerabili, negli Usa le minoranze. “Io sono convinto al 100% che l’amministrazione Biden-Harris sarà in grado di affrontare questi virus in modo efficace nella nostra nazione e nella comunità delle nazioni” aggiunge, sottolineando che la fine dell’era Trump potrà segnare l’inizio della “ricostruzione della fiducia e delle relazioni basate sull’interdipendenza e dalla cooperazione invece dell’isolamento”.
“Vedo Biden che dice let’s make the America care again, facciamo che l’America si interessi di nuovo – continua cambiando i termini dello slogan nazionalista di Trump – e invece di mettere l’America first, mettiamo al primo posto la famiglia umana”.
A chi gli chiede poi delle recenti tensioni che si sono registrate tra il Vaticano e l’amministrazione Trump, con le critiche espressa da Mike Pompeo all’accordo del Vaticano con la Cina proprio alla vigilia della recente visita a Roma del segretario di Stato, Diaz risponde ricordando “il livello di fiducia che c’era quando il presidente eletto Biden era il vice presidente di Obama, mentre io ero ambasciatore”. ADNKRONOS
“Ci sarà bisogno di una transizione per ristabilire quel livello di fiducia – continua -ma si potrà costruire su quello che c’era per rendere quel tipo di collaborazione per gli Stati Uniti, il Vaticano e la famiglia delle nazione, non inizieranno tabula rasa, anche se chiaramente con la presidenza Biden vi saranno nuove cose, nuove forme di collaborazione”.
Infine, Diaz, insiste sulla sintonia non solo politica ma umana tra Biden e Papa Francesco. “Questi due uomini si conoscono già, hanno già collaborato prima dell’amministrazione Trump, sono entrambi molto spontanei ed esprimono i sentimenti dell’ospitalità”, afferma ricordando le foto che mostrano gli affettuosi saluti durante i loro incontri. “Chiunque sarà ambasciatore alla Santa Sede – è il commiato di Diaz al suo futuro successore – sarà in un’eccellente posizione per approfondire le relazioni tra Usa e Vaticano in nome dei tanti comuni obiettivi”.