Covid, Aifa: vaccinare almeno il 70% degli italiani

L’Italia potrà dire di essere uscita dalla crisi del coronavirus «quando almeno il 70% delle persone sarà stato immunizzato, la soglia minima che serve a raggiungere la cosiddetta immunità di gregge che impedisce al virus di circolare». Lo ha spiegato Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), in un’intervista al quotidiano La Stampa.

«Sarà un’operazione lunga e difficile» ha poi aggiunto Magrini, «perché parliamo di vaccinare almeno 40 se non 50 milioni di italiani. E per ottenere una piena immunizzazione per tutti servirà un richiamo a distanza di 3 settimane. Quattro nel caso di Moderna. Solo il vaccino dell’americana Merk Sharp & Dohme richiede una sola somministrazione, ma non arriverà prima dell’estate prossima».

Si inizierà a vaccinare «il personale sanitario, perché vogliamo che i nostri ospedali continuino a funzionare. Contemporaneamente somministreremo i vaccini agli anziani delle Residenze sanitarie assistenziali e alle forze dell’ordine. Poi passeremo agli altri anziani, anche se dobbiamo ancora decidere se conterà soltanto l’età o anche la presenza di altre patologie gravi. Via via sarà poi il turno di tutti gli altri. Diciamo che entro il 2021 potremmo aver coperto l’intera popolazione. Si sta già lavorando a un piano. Poi bisognerà mobilitare tutti i centri vaccinali, oltre che medici di famiglia e pediatri».

Parlando dei tre vaccini (Pfizer, Moderna, Astrazeneca), Magrini ha detto di aspettarsi che «per metà dicembre tutti e tre possano consegnare i dossier con i dati completi per avviare la valutazione da parte dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. Qualche settimana per completare la revisione dei dati sarà necessaria, ma per metà gennaio potremmo arrivare a una valutazione comparativa di tutti e tre in modo da averli contemporaneamente a disposizione».

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