di Monica Camozzi – L’ex campione dei pesi massimi Joe Frazier ha votato alle elezioni del 2018. Ma è morto l’11/7/2011. Il nonno di Will Smith ha votato nel 2018, peccato che sia morto nel 2016. Come loro, i 14.000 votanti defunti trovati nella contea di Whayne in Michigan? Quello che si apre ora, in America, è un vero e proprio Election gate. Che tutto finisca in mano alla Corte Suprema, ormai è certezza.
In questo momento sono più di 19.000, dalla GOP room, i ricorsi per i cosiddetti brogli elettorali nella disfida fra Donald Trump e Joseph Biden. “Le elezioni americane sono ben lungi dell’essere finite” ha dichiarato l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, uno dei super legali che Donald Trump ha schierato insieme a Jay Sekulow, o l’ex procuratore generale della Florida Pam Bondi, Sidney Powell, avvocato dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael T.Flynn.
Ma al centro dell’inchiesta per il cosiddetto Election Gate non c’è solo Joseph Biden. Ci sono i media americani mainstream e l’indagine parte da Capitol Hill. Per le strade si sono viste file di americani in macchina, come quelli che hanno creato una coda di 60 km in Nevada, per andare a manifestare a Phoenix. In ballo, da qualsiasi parte si “penda”, c’è il senso della parola democrazia. E quando c’è in ballo la democrazia l’America si compatta. Questa volta lo ha fatto in cinque giorni.
“La modalità fraudolenta di alterare i voti è stata sistemica, ovvero è avvenuta in dieci stati -ha dichiarato Giuliani ai microfoni di Maria Bartiromo di Fox News, dicendo che “le elezioni sono ben lungi dall’essere finite”. Ma quel che avvince, è la mobilitazione popolare per l’adesione compatta dei media alla causa Dem e per la modalità con cui le notizie sono state date. Abbiamo chiesto un commento a Flavio Robert Paltrinieri, membro del partito Repubblicano della Florida e leader di Noi di Centro.
Lo strano caso dei morti che votano e del fatal error dei software.
Alcune notizie, come quella dei 14.000 defunti che avrebbero votato in Michigan, nella Contea di Whayne, hanno fatto il giro del pianeta. “Ma ci sono anche i “fatal error” dei software che ogni 1.000 voti attribuiti a Trump, ne levavano 300, beccato da un acuto observer (il funzionario che ai seggi controlla le regolarità delle procedure). O i 10.000 voti duplicati in Oklahoma”.
Pare che agli osservatori dei seggi repubblicani sia stato impedito di ispezionare i voti per posta. “La Virginia è stata assegnata a Biden con lo spoglio al 20% e durante l’apertura dei seggi, questo ha ovviamente condizionato gli elettori che ancora non si erano espressi. Hanno usato la Fox come agente provocatore ma l’America non è l’Italia, la gente te la trovi all’uscio. È stata aperta un’inchiesta contro il cartello di tv e giornali che vede protagonisti Cnn, Abc, perché si capiva che la strategia per vincere partiva da una compagine di media che per un anno ha montato l’Onda blu”.
Il miracolo delle 4 del mattino
Come ha sottolineato la grande giornalista che si firma Correia in un editoriale, gli americani sono andati a dormire con Trump che sembrava prevalere e si sono svegliati con Biden che lo surclassava. Ma alcuni dati, come il 98,4% (in un solo flusso di voti) a favore di Biden in Wisconsin, sono al di là di qualsiasi evidenza statistica. Correia lo chiama il miracolo delle 4 del mattino e evidenzia lo strano fenomeno del 200% dei voti che si ottiene in alcuni distretti, andando alle fonti del dato statistico. La bomba è scoppiata quando Pennsylvania, Michigan, Ohio, Nevada, Wisconsin, Arizona, si sono colorati di blu in modo plebiscitario e improvviso. “Dai primi momenti fino a metà Election Day Trump era in testa e prendeva più voti della precedente elezione dove aveva vinto con 67 milioni”. Casi sospetti come gli 0 voti di Trump e i 650mila voti plebiscitari attribuiti a Biden in Georgia, stato dove i Dem non hanno mai trionfato, hanno palesato la legittimità del sospetto. “In Pennsylvania si sono trovati quasi 150.000 voti senza certificazione del documento. La Corte Suprema dello stato che chiesto la segregation dopo il 3 e ora si va al riconteggio. In North Carolina Trump è in testa realmente (senza i voti illegali) di 400.000 voti, il Nevada è sempre stato repubblicano e qui hanno votato 39.000 persone non residenti in Nevada!” Paltrinieri, in Florida nei giorni cruciali, afferma che “alla fine delle 24 ore successive all’Election day, Trump era in testa in modo schiacciante. Mentre nella costa est i seggi erano chiusi, nel Midwest erano spalancati, ma le TV davano ingiustamente e senza alcuna base di calcolo possibile, Biden in testa in modo schiacciante. Sapete in quel caso cosa succede? Gli elettori del Midwest, vedendo un epilogo scontato, stanno al saloon a bere birra, tanto ha già vinto quell’altro. Invece si assisteva nelle varie contee ad un testa a testa che vedeva il Presidente saldamente in vantaggio”.
Quali sono le notizie certe sulle anomalie elettorali?
“Uno dei più bravi giornalisti d’inchiesta James Okeef, ha intervistato e pubblicato il video di un operatore dell’UPS che è stato costretto a falsificare in Pennsylvania timbri sulle buste voto, per validarle. E l’esperta politica Trish Regan ha twittato di recente che in Pennsylvania la corte ha consentito alle schede di arrivare dopo l’Election day e senza l’evidenza che fossero state spedite prima della giornata fatidica. Poi sono iniziate le illegali espulsioni degli osservatori di scrutinio repubblicani a Detroit ed in Wisconsin, mentre in Nevada votavano più di 3.000 cittadini non residenti (cosa illegale), molti anziani denunciavano di aver votato rosso, trovandosi poi scrutinati in blu. In Texas il responsabile della campagna di Biden è stato indagato dall’FBI per aver raccolto voti in modo illegale, mentre la stessa FBI ha fatto irruzione al quartier generale in Pennsylvania per capire cosa stava succedendo, prendendo atto che 14.000 morti avevano votato per Biden. Nel distretto di Washington DC Trump ha preso il 5,6% e Biden il 93%. Cioè anche I repubblicani che abitano li, secondo lo scrutinio, avrebbero votato democratico……Più chiaro di così”. […]