Il prof. Alessandro Meluzzi commenta l’umiliazione inflitta al Piemonte, regione dichiarata ingiustamente “zona rossa” e mortificata nel suo rigore, nella sua prudenza, nella sua discrezione.
“Questo che sentite vigorosamente suonato è l’inno della Regione Piemonte. E’ un inno composto al tempo del grande Vittorio Amedeo Secondo dopo la vittoria dell’assedio di Torino. Venne composto da Lully quando Vittorio Amedeo secondo era ancora alla corte del re Sole e venne suonato in scherno dai soldati francesi durante l’assedio di Pietro Micca, ma le truppe piemontesi inseguirono l’esercito francese in rotta nelle valli piemontesi perché l’orgoglio piemontese era vivo.
Io credo che oggi questa ragione, dove non sono nato, ma che mi ha adottato nei miei 65 anni di vita, è mortificata, è umiliata nel suo rigore, nella sua prudenza, nella sua discrezione, una discrezione che gli è costata anche una valutazione più severa di quella che avrebbe dovuto essere rispetto ai contagi. Una regione oggi mortificata nella produzione, nel lavoro, che è passata dalla monocrazia dei Savoia a quella degli Agnelli e una Torino che non è ancora riuscita a superare il trauma, come non supererà completamente il trauma della perdita del ruolo di capitale.
Ma Torino e il Piemonte sapranno risorgere con orgoglio e anche la mortificazione che questo piccolo governicchio ha inflitto a questa regione deve vedere la classe dirigente piemontese, ma non solo quella politica, anche quella imprenditoriale, quella culturale, quella comunitaria, quella sociale a dire: “Forza Piemonte, viva Piemonte, ritrova l’orgoglio delle tue radici, delle tue montagne, dei tuoi fiumi, delle tue risaie, delle tue campagne, dei tuoi boschi. Forza Piemonte, risorgi con orgoglio.”
Alessandro Meluzzi – Medico Psichiatra, Psicologo, Psicoterapeuta, Criminologo. Docente Psichiatra forense. Primate Metropolita Chiesa Ortodossa Italiana