Il giornalista cattolico Maurizio Scandurra svela i rischi di nuovi stop anche per la fede. Mentre Papa Francesco tace.
Chiesa, dove sei finita? E’ questa la domanda lecita che risuona nel cuore di milioni di fedeli. Di cattolici in bilico, per non dire ex, abbandonati letteralmente a sé stessi dal Vescovo di Roma. Che, innanzi al rischio di nuovi blackout e chiusure potenziali anche per il culto, tace.
La pandemia avanza, i DPCM pure, il Vaticano latita. In tv abbiamo visto persino ascendere un nuovo Papa: Marco Travaglio, seguito a ruota dal ‘cardinal’ Andrea Scanzi, che pontificano ambedue indisturbati ogni sera come porporati (tanto il colore politico più o meno quello è) con la complicità della rossa (anch’ella in tutti i sensi) Lilli Gruber, rea di imporceli a ora di cena innanzi agli occhi cagionando al popolo quotidiane indigestioni e fastidiosi bruciori di stomaco.
E Francesco Bergoglio? Preferisce parlare di accoglienza, immigrati, globalizzazione e via dicendo. Ma anche di unioni gay: sarà forse per via del vizietto ormai da secoli conclamato che affligge la moralità per nulla dubbia di alcuni prelati e monsignori che affollano le sacre stanze?
Sarà forse perché, sdoganandole di fatto, tra un po’ all’inizio della Santa Messa assisteremo all’entrata solenne del celebrante con il chierico-complice sottobraccio? E magari entrambi sculettando?
Sarà forse perché oggi a ‘’Sua Santità’’ tutto è permesso, incluso il piegare le Scritture a fondare un tipo di rapporto d’amore di cui non v’è traccia di liceità alcuna sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento? E vai con marchette, porcate, batterie, orgione e via dicendo. Tanto pagano i credenti, 8 X Mille e offerte incluse s’intende.
Tutto ciò premesso, Bergoglio caro, ti sei reso conto dei rischi dei DPCM Conte per i cristiani? Che forse non potranno in molte regioni più andare in chiesa.
Né tantomeno assistere alla quotidiana funzione preserale altresì baluardo contro la solitudine nonché occasione per un minino contatto umano per i più soli fra gli anziani. E se i fedeli sono costretti a stare a casa, scarseggiano anche le già più che scarse questue necessarie a garantire un minimo di aiuto ai poveri delle diocesi.
Ma – fatto più importante – negare il diritto alla preghiera significa tradire la natura fondamentalmente sacramentale del Cattolicesimo. E consegnare anime deboli già devastate dall’incertezza e dalla paura a tutto ciò che non è Luce, fede e speranza.
Lucifero è sempre più in agguato. E tu, caro Bergoglio, con il tuo comportamento secolarizzato e per nulla santo, lo aiuti non poco: con te la Chiesa ha smesso di andare in chiesa.
Lontani i tempi di San Giovanni Paolo II e di un’Italia che sapeva ancora in larga parte assegnare a Dio il primo posto, almeno la domenica. Ma la fine della Storia è ancora tutta da scrivere.
Maurizio Scandurra