La didattica a distanza prende ora il nome di didattica digitale e integrata (Did). 2 milioni di studenti sono tornati a fare scuola in questo modo, ma con il nuovo Dpcm in arrivo, la platea potrebbe crescere ancora di più. Ma per molti studenti il passaggio alle lezioni via web potrebbe essere ancora molto complicato.
Come spiega oggi Il Sole 24 Ore, gli 85 milioni di euro stanziati dal decreto ristori per acquistare pc e chiavette usb rischiano di non bastare. E a questo quadro già complesso vanno aggiunti i ritardi cronici e i gap italiani nella diffusione della banda ultralarga. Il decreto ristori dovrebbe permettere alle 8mila scuole statali italiane di acquistare e concedere in comodato d’uso gratuito agli studenti meno abbienti 211.469 dispositivi digitali e 11.727 accessi a Internet. Ma sulla base dei monitoraggi ministeriali, allo scorso 1 settembre, mancavano ancora 283.461 pc, mentre 336.252 alunni non avevano una connessione a casa. Ci sarebbero quindi, già in partenza, 300mila richieste destinate a restare inevase.
Un’analisi dell’ Unione europea delle cooperative (uecoop) svolta sui dati Istat in riferimento all’ultimo Dpcm mette in evidenza come con la didattica on line per una famiglia su 4 ci saranno problemi. Il 25,3% delle famiglie in Italia, infatti, non dispone di un accesso Internet a banda larga in grado di supportare senza problemi massicci flussi di dati e i collegamenti audio video necessari alle lezioni telematiche.