Il “caso Vo’ Euganeo”, per il tracciamento dei positivi al Covid, è diventato un esempio per tutti a livello mondiale. Tanto da finire sulla rivista Nature, dove il virologo Crisanti si è assunto la paternità del modello di Vo’. Il Veneto, però, parla di mistificazione dei fatti. La ricostruzione di Crisanti, infatti, è stata smentita dalla direttrice della Prevenzione della Regione, Francesca Russo, che ha inviato una lettera alla rivista per prendere le distanze dall’articolo in cui il professore si attribuisce i meriti del primo giro di tamponi a Vo’ Euganeo. Tamponi che invece erano stati eseguiti dall’azienda sanitaria di Padova, su input di Luca Zaia tra il 23 e il 29 febbraio.
La missiva è stata rivelata soltanto adesso da Bruno Vespa, che ne parla nel suo ultimo libro Perché l’Italia amò Mussolini. Il giornalista spiega – sul Gazzettino – che a febbraio Crisanti aveva elogiato Zaia: “Lei, con i tamponi a tutta la popolazione di Vo’, ha fatto una cosa unica al mondo”, riconoscendogli i meriti della scelta. Nell’articolo su Nature, invece, non nomina mai il governatore.
Tra la Regione e il microbiologo c’erano già state delle tensioni a metà febbraio, quando Crisanti aveva deciso di fare test a chi rientrava dalla Cina, su richiesta della comunità cinese. Scelta di cui non sapevano nulla né il direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan, né il direttore generale dell’azienda padovana che unisce ospedale e università, Luciano Flor. In seguito ci fu un chiarimento e Zaia appoggiò con 150 mila euro la ricerca di Crisanti – poi pubblicata su Nature – a Vo’. Il virologo, però, non si è attribuito solo la paternità di questo studio finanziato dalla Regione, ma anche quella del primo giro di tamponi, merito invece del presidente del Veneto.
“La pubblicazione ha alterato i fatti, distorcendo la realtà e mistificando quanto è accaduto a Vo’. Tutte le decisioni rilevanti su come affrontare il focolaio sono state assunte dal presidente del Veneto di concerto con la Direzione Prevenzione e Sanità Pubblica della Regione – si legge nella lettera di Francesca Russo -. Non è vero che questa strategia di testing and tracing ha avuto un impatto notevole sul corso dell’ epidemia in Veneto rispetto alle altre regioni italiane. Il caso di Vo’ ha avuto un impatto strategico minimo sull’approccio del Veneto nell’affrontare l’epidemia, dal momento che conta, finora, solo 5 morti e 83 casi positivi nel comune”. liberoquotidiano.it