Scandalo procure, difesa Palamara: “Assolverlo da tutti gli addebiti”

“Prosciogliere Luca Palamara da tutti gli addebiti contestati”. E’ la richiesta avanzata dalla difesa di Palamara, Stefano Guizzi, alla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. “Dissento dalla richiesta del pg della sanzione massima” ha spiegato Guizzi, chiedendo che “se si dovesse comminare una sanzione sia applicata la sospensione per due anni stante la pendenza del processo penale”.

“Riteniamo che il tema dell’utilizzabilità delle intercettazioni non sia chiuso e questo potrebbe portare Palamara davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo’”, ha annunciato Guizzi, durante l’arringa.

La presenza di Luca Lotti all’incontro all’hotel Champagne “ha un grave profilo di inopportunità, ma non è un illecito’’, ha sostenuto Guizzi. “Ma il fatto che Lotti abbia avuto funzione di decisore sulla nomina del procuratore di Roma non trova conforto negli elementi dell’inchiesta’’, ha aggiunto. Lotti “fu chiamato da Palamara ma non fornì nessun contributo a quella nomina’’ e non era “previamente informato delle questioni di cui si sarebbe discusso’’ durante la riunione.

“La linea della difesa non è ‘così fan tutti’ – ha chiarito il legale – no tutti colpevoli nessun colpevole, non sono queste le coordinate seguite dalla difesa’’. Guizzi ha invitato a “distinguere il piano dell’inopportunità da quello dell’illiceità’’.

“L’attività del Csm sulle nomine – ha sottolineato l’avvocato – non resta impermeabile all’interlocuzione con soggetti esterni’’ per questo “Palamara e Ferri avevano titolo di legittimazione a interloquire’’ con i togati. A suo giudizio “l’attività di nomina a incarichi direttivi è un’attività di tipo politico. La quinta commissione del Consiglio non è una semplice commissione giudicante di concorso’’. “Le decisioni della quinta commissione hanno valenza politica – ha ribadito il difensore di Palamara – la scelta del capo di una procura dipende anche da una valutazione politica tra i togati e i rappresentanti delle correnti in cui il Csm si articola’’.

Quindi Guizzi ha stigmatizzato il no del collegio della disciplinare alla “richiesta di prova testimoniale di 133 testi proposti per dimostrare l’esistenza di certe prassi di funzionamento del Csm e della quinta commissione’” affermando che “avere precluso alla difesa questo tema di prova ha arrecato un grave vulnus, è un fatto poco concepibile’’. adnkronos