Il 6 agosto, in concomitanza con l’inaugurazione del ponte degli Alidosi, reduce da un lungo restauro, il sindaco di Castel del Rio, Alberto Baldazzi, inaugurerà la mostra I ponti a schiena d’asino della Romagna toscana, che mette in luce come in un’area geografica molto ristretta, qual è la zona dell’Appennino tosco-romagnolo, siano presenti un numero rilevante di ponti con tipologia a “schiena d’asino” (con piani stradali a forti pendenze), come il ponte degli Alidosi.
L’esposizione illustra il lavoro di ricerca degli architetti Leila e Tobia Donà, indaga le cause dell’affermarsi e del persistere di questi particolari manufatti nell’Appennino romagnolo, raccontando una storia che pone l’attenzione su oggetti di grande valore, spesso ignorati. Una ventina di pannelli che illustrano in maniera sintetica una ricerca durata circa due anni sui ponti a schiena d’asino della Romagna toscana al fine di individuare le motivazioni geografiche e storiche ordinandole in un itinerario alternativo alla via Francigena, più sicuro e ricco di “servizi” che i pellegrini preferivano percorrere per recarsi alle mete della cristianità, Roma, Gerusalemme, Santiago de Compostela.
I ponti studiati sono sedici e toccano diversi comuni tra i quali Bagno di Romagna, Alfero di Verghereto, Modigliana, San Benedetto in Alpe e, ovviamente, Castel del Rio.