5 giu – All’avvio della sua prima visita in Cina da quando e’ tornato al Cremlino, il presidente Vladimir Putin ha auspicato un aumento della collaborazione in campo energetico ed economico con il gigante asiatico.
L’obiettivo – come ha spiegato lo stesso capo di Stato russo in un articolo pubblicato sul giornale ufficiale cinese, Quotidiano del Popolo – e’ portare l’interscambio commerciale a 100 miliardi di dollari nel 2015 e a 200 miliardi nel 2020. Il dato ha gia’ toccato il picco record di 83,5 miliardi di dollari nel 2011, con un aumento del 40% rispetto all’anno precedente. Ma e’ il settore energetico, quello che preme di piu’ a Mosca.
Da tempo il Cremlino guarda a est nel tentativo di diversificare il suo export, troppo legato al mercato europeo. Qui a ‘minacciare’ gli interessi russi non vi e’ solo la crisi economica e un rallentamento dell’economia con un calo della domanda di risorse energetiche, ma anche le politiche di Bruxelles miranti ad allentare la dipendenza da Mosca. Putin ha auspicato l’avvio di “forniture sui larga scala di gas russo verso la Cina” nel prossimo futuro. Ma i desideri del leader russo sembrano ancora lontani dal realizzarsi.
L’oro blu e’ la spina nel fianco delle ‘relazioni energetiche’ tra i due Paesi. Il vice premier, Arkady Dvorkovich, ha gia’ messo le mani avanti alla vigilia della visita: in questa occasione non ci si aspetta la firma di alcun accordo per forniture di gas, ma “proveremo a negoziare”, ha detto. agi