“Forse abbiamo esagerato nel generalizzare fatti specifici attribuendoli a tutto il Pd”. Circa un anno dopo la rivelazione dell’inchiesta sui presunti affidi illeciti della Val d’Enza, a parlare del caso Bibbiano (e della gestione politica delle reazioni) è il capo politico del M5s Vito Crimi. Una frase, dichiarata in un’intervista al Corriere della sera, che si riferisce alla campagna dell’ex capo politico Luigi Di Maio: proprio il ministro degli Esteri a luglio scorso, in un video, si scagliò contro il Partito democratico dicendo appunto che il M5s non sarebbe mai andato “con il partito di Bibbiano”.
Pd e M5s hanno annunciato che rinunceranno alle cause che li vedono opposti in tribunale. Questo, stando alle indiscrezioni, dovrebbe riguardare anche la querela che Nicola Zingaretti fece sporgere contro Di Maio per il video incriminato.
Il caso degli affidi dei minori e degli assistenti sociali, psicologi e dipendenti delle cooperative impegnati nella Val d’Enza, esplose con i primi arresti nel giugno dell’anno scorso e vide coinvolto anche Andrea Carletti, sindaco Pd di Bibbiano, che era stato accusato per abuso d’ufficio. Nulla a che vedere con le accuse, decisamente più pesanti, che pendevano su altri indagati. In quell’occasione, però, la delicatezza dell’argomento scatenò l’indignazione dell’opinione pubblica, cavalcata subito da vari partiti che non esitarono ad attaccare il Pd. AGENPRESS