“Non c’è sviluppo economico se non c’è sicurezza sanitaria. E non ci può essere sicurezza se non si cambia il modello di sviluppo”. Ne è convinto Walter Ricciardi, presidente della World Federation of Public Health Associations (Wfpha), che dal Meeting di Rimini ha lanciato l’iniziativa dell’associazione mondiale delle società scientifiche di igiene per una “coalizione mondiale per la salute pubblica”. E a ottobre, dal Congresso della Wfpha – ha annunciato – partirà la campagna per coinvolgere le persone interessate a sostenere uno sviluppo che coniughi salute e sviluppo.
“Noi dobbiamo avere nel settore clinico, della sanità pubblica, nel settore della politica, della società e dell’industria persone che, in questa fase storica di cambiamento epocale, si attivino”, ha detto Ricciardi spiegando che in questo momento si sta purtroppo avverando “la facile previsione fatta da molti di noi” legata allo sfruttamento del pianeta, alla prossimità di animale e uomo, con la relativa trasmissione di virus, alla “incredibile velocità di spostamento delle persone”.
Tutto questo facilita le pandemie. “Le pandemie nel passato – ha ricordato l’esperto, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza – erano state così poche da essere riassunte in poche pagine dei libri di storia. Nel 21esimo secolo ne abbiamo avute tantissime. E questa non è più grave, nel senso che il virus non ha un’elevatissima letalità. Che succederebbe con un virus più letale?”.
A partire da queste considerazioni World Federation of Public Health Associations, “che è la federazione mondiale delle società di Igiene – ha ricordato Ricciardi – ha la ferma intenzione di lanciare una campagna perché una colazione di salute pubblica venga fondata in tutto il mondo”.
“A ottobre, con il Congresso mondiale Wfpha che si doveva tenere a Roma e che invece si terrà in maniera virtuale, lanceremo una grande campagna di reclutamento – ha aggiunto – perché tutte le persone di buona volontà, in qualsiasi settore, partecipino attivamente. E dove i governi sono ‘resistenti’ alle ragioni di interesse collettivo, possano attivarsi per convincerli a fare meglio. La sfida è però che le decisioni vengano sempre prese sulle evidenze, sui dati, non sulle emozioni”, ha concluso Ricciardi. (Adnkronos Salute)