Il Senato ha approvato la proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre 2020. La proroga significa la irreversibile devastazione economica dello Stato e il suo asservimento alla logica dell’indebitamento in valuta straniera. E tale è la finta moneta unica “euro”.
Quel che è più grave è che continueranno ad essere conculcati i diritti e le libertà costituzionali.
Dinanzi alla gravità dei problemi in discussione i Partiti fanno obbligo ai propri Parlamentari di partecipare alla votazione e, in difetto, adottano i previsti provvedimenti statutari nei confronti dei Parlamentari ingiustificatamente assenti.
La votazione al Senato ha dato questi risultati: 157 si alla proroga, 125 no, 3 astenuti e 30 assenti.
I numeri rendono chiara la quasi totale partecipazione dei Senatori dei partiti di governo.
Quanto agli assenti, una percentuale di questi è sempre fisiologica ma non nella misura di ben 30 Senatori quasi interamente riconducibili ai Partiti di opposizione. La loro presenza avrebbe potuto determinare una quasi parità tra i si e i no, se non un diverso esito della votazione. In ogni caso, la presenza di tutti i Senatori dell’opposizione avrebbe avuto un preciso significato politico, indipendentemente dall’esito della votazione.
L’alto numero di assenti può significare solo che i partiti di opposizione non abbiano rivolto un preciso richiamo ai propri Parlamentari ad essere presenti. Oppure l’alto numero di assenti è stato voluto dalle opposizioni per impedire la votazione contraria e verosimilmente la caduta di questo governo di incapaci e traditori dell’interesse nazionale.
Pur non essendo “leghista”, ho sempre difeso il Sen. Matteo Salvini. Ora non più. Quanto alla gentile Signora Giorgia Meloni preferisco astenermi da commenti. È la stessa che votò la fiducia a Monti, per il pareggio di bilancio, per la infame legge Fornero, per il fiscal compact, ecc., e che da ultimo ha commentato che all’esito delle discussioni a Bruxelles sul Recovery fund, il Conte Tacchia era “rimasto in piedi”.
L’amara constatazione finale è che non c’è una opposizione o che i Partiti di opposizione non la sappiano fare. Ovvero che siano collusi con il sistema e d’accordo con il Conte Tacchia e il figlio di Bernardo Mattarella.
Con tanti saluti e ringraziamenti per quelli che nel 2018 preferirono l’opportunismo del “voto utile”, rispetto ad un voto politicamente “etico” che significa sostegno alle proprie idee sempre e comunque.
Concludo evocando la ironica saggezza meridionale: “Se tutto va bene, siamo fottuti”.
AUGUSTO SINAGRA
P.S.
Per correttezza aggiungo che, pare, la maggior parte degli assenti sia di FI. Ciò non cambia quanto da me prima osservato. Aggiungo che se le cose stanno così, si finisca di parlare di un inesistente centro-destra.
Mi creda, sara’ un problema il giorno in cui, forse, finalmente, andremo alle urne (quando la popolazione italiana sara’ alla pari con quella importata e indottrinata dalle sinistre abusive)…perchè io in questa opposizione non mi riconosco. Per niente!