Achtung Binational Babies: il modello tedesco di Bibbiano

Di dott.ssa Marinella Colombo

Le recenti inchieste della magistratura relative ai casi di bambini strappati ai propri genitori per futili motivi, spesso con l’impiego delle forze di polizia, hanno svelato un modo di procedere che pare degno di una feroce dittatura e hanno reso visibile la punta dell’iceberg del mondo del business sui bambini. E’ la diffusa realtà in cui il bambino si trasforma in merce di scambio e fonte di guadagno, finalità spacciata però come “protezione” e “interesse superiore del minore”. Si tratta dello stesso “interesse del minore” al centro di numerose convenzioni internazionali, regolamenti europei e leggi nostrane. Si tratta di un concetto talmente vago e soggettivo, che l’ho definito, ormai da una decina d’anni, una sorta di scatola vuota nella quale i personaggi coinvolti, poiché dotati di poteri più o meno estesi, e comunque di gran lunga più incisivi rispetto a quelli riconosciuti ai genitori, possono mettervi ciò che vogliono e impossessarsi così della “merce bambino”, proclamando di volerlo proteggere e di voler perseguire gli interessi del piccolo.

Adesso anche l’opinione pubblica inizia a scoprire che nulla è come sembra. Emergono metodologie ben note a chi è impegnato da tanti anni nella difesa (vera!) dei bambini, ma che per troppo tempo non sono state e ancora oggi non vengono completamente rese note all’opinione pubblica. Servizi sociali che relazionano sulla condizione abitativa di famiglie alle quali non hanno mai fatto visita, psicologi che procedono all’ascolto dei bambini senza registrazione, manipolano i bambini e solo a manipolazione conclusa passano all’ascolto in modalità registrata, in sostanza costruendo di sana pianta le prove contro i genitori e distruggendo la psiche di bambini innocenti. Operatori delle case famiglia che raccontano bugie ai bambini, nascondendo lettere e regali per far credere loro di essere stati abbandonati. Ricatti, cioè confessioni estorte di fatti mai accaduti in cambio di un incontro, che mai avrà luogo, con la mamma o il papà. Ricorso a psicofarmaci, spesso ancora in fase sperimentale e dei quali dunque non si conoscono conseguenze ed effetti collaterali, per i più ribelli. E’ orribile tutto ciò, ma non è tutto. Quando si è deciso di passare dalla protezione del bambino da pericoli concreti, come quelli rappresentati da genitori violenti o che costringono i figli a rubare o prostituirsi, alla protezione da pericoli impalpabili, come la mancata o insufficiente “capacità genitoriale”, si è aperta la porta del business dei bambini. Cioè quando l’accusa di abusi passa dall’ambito fisico a quello psicologico privo di riscontri oggettivi, si passa in realtà da qualcosa che si può provare, a ciò che è profondamente soggettivo e pertanto opinabile. L’opinione che conta di meno è sempre quella dei genitori. Ma non cerchino i tribunali di scaricare tutta la responsabilità sugli assistenti sociali. La responsabilità maggior è del giudice, perché è lui che emette ordinanze e decreti, è lui che alla fine toglie ai genitori i diritti sui propri figli. E’ lui che, in nome del popolo italiano, manda in carcere genitori innocenti. Certamente non tutti i giudici hanno agito e agiscono in questo modo, ma se anche uno solo lo ha fatto, è uno di troppo.

Le tecniche usate, fin qui riassunte non sono un’invenzione degli operatori ora all’onore delle cronache. Ascoltate cosa affermava Federica Anghinolfi, una degli indagati nell’inchiesta Angeli e Demoni, già Responsabile del Distretto Unione Comuni Val D’Enza nel Servizio Integrato ai Minori:

https://www.youtube.com/watch?v=ENIS9udm6yg&feature=share&fbclid=IwAR3SJnfCsRaqAJ0Fc1fz_m7WjwVGNnWil-vllOCN4_slzAw_y5fsmelEK4c&app=desktop

Ci diceva che la richiesta di famiglie affidatarie è maggiore dell’offerta e che pertanto vengono organizzate campagne provinciali alla ricerca di famiglie affidatarie. Esattamente come in Germania, dove gli affidatari vengono cercati con gli annunci sui giornali e dove si fanno previsioni annuali sul numero sempre crescente di bambini che verranno sottratti ai genitori. E’ la stessa Anghinolfi che cita la Germania come modello e quale paese trainante nel sostenere la bontà dell’affido di bambini a coppie omosessuali e si rifà a studi tedeschi risalenti agli anni ’70. In effetti in Germania si è iniziato negli anni ’70 a sperimentare in questo campo. E’ appunto degli anni ’70 l’esperimento del pedagogo e sociologo Helmut Kentler che favorì gli abusi sessuali su bambini e ragazzi, in quanto riteneva fosse necessario affidare questi minorenni a pedofili recidivi. Egli sosteneva che tali padri affidatari si sarebbero occupati al meglio dei bambini. Il fatto che inoltre li costringessero ad avere con loro dei rapporti sessuali non era certo un impedimento, secondo Kentler. Questo suo esperimento fu sostenuto e finanziato dallo Jugendamt di Berlino, cioè dalla Amministrazione per la Gioventù tedesca che detiene poteri cento volte maggiori di quelli dei servizi sociali e che, per legge, detta al giudice la sentenza da emettere. Se infatti ci si scandalizza – a ragione – dei 30-50.000 bambini sottratti in Italia ai genitori, sarà bene riflettere sui 70-80.000 bambini che invece annualmente vengono sottratti in Germania ai genitori. Di questi bambini sottratti il 72% ha almeno un genitore di origine straniera, stando alle informazioni fornite dal Ministero tedesco. Facendo una rapida addizione, ci si rende conto che in Germania, solo negli ultimi anni sono stati sottratti ai genitori quasi mezzo milione di bambini e tra di essi quasi tre quarti non sono interamente tedeschi, cioè moltissimi sono Italiani (la Germania è la prima meta dei nostri concittadini espatriati). Sono quegli Italiani che non rientrano in nessuna statistica, che sono solo merce per il sistema tedesco, e sono tragicamente inesistenti per lo Stato italiano che preferisce non sapere. Sono bambini al macello. Dunque attenzione a pensare che lo scandalo rivelato dall’inchiesta Angeli e Demoni sia una vergogna tutta italiana. Il modello applicato in quelle sottrazioni illecite viene d’Oltralpe e da lì si sta diffondendo in tutta Europa. Quello che è stato scoperto in Italia ha portato ad inchieste ed arresti, le stesse modalità in Germania sono perfettamente legali. E’ il corposo codice sociale tedesco ad attribuire allo Jugendamt (Amministrazione per la Gioventù) poteri quasi illimitati. Lo Jugendamt interviene per legge in ogni procedimento minorile in qualità, non di consulente del giudice, bensì come parte in casa, cioè come terzo genitore. Lo Jugendamt può presentare appello in proprio della decisione del giudice. Agisce come agenzia per il lavoro, erogando sussidi ed andando a riscuotere, anche all’estero, cioè a casa nostra, il pagamento di somme per gli alimenti che lui stesso ha stabilito. E’ responsabile dell’esecuzione delle sentenze che ovviamente e in tutta legalità non esegue, se non gli aggradano. E’ autorizzato dalla Legge a mentire in tribunale (§162 FamFG). Svolge funzioni dell’ufficio anagrafe, conservando il registro degli affidi. E’ guardiano e garante del tasso di natalità in Germania che fa aumentare, impedendo ad ogni bambino, anche straniero, di lasciare la giurisdizione tedesca, mentre fa in modo che in caso di separazione i bambini vengano sempre affidati al genitore tedesco. In Germania gli Jugendamt sono 700 e dispongono di un budget annuale di 35 miliardi (dati del Ministero tedesco). Sono lo strumento di disgregazione familiare con il quale trasformare i bambini in esseri sottomessi, ubbidienti e mercificati, da spostare in base alle esigenze economiche. Sono il modello invocato da Bibbiano, ma anche il punto di arrivo che si pongono ormai troppi Tribunali italiani (in riferimento a Milano, vedi: https://www.youtube.com/watch?v=i3-yTUhcI5Q&t=24s ).

Persino le goffe giustificazioni di Gloria Soavi, presidente del Cismai (Coordinamento italiano dei Servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’Infanzia), del quale erano associati gli operatori legati a “Hansel e Gretel”, oggi indagati, sono identiche a quelle invocate dai deputati tedeschi nel giustificare le azioni orribili dello Jugendamt: “tra i tanti fascicoli trattati, è ammissibile che si sia verificato qualche errore, ma il sistema è perfetto”:

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/errori-gravi-ma-noi-siamo-diversi?fbclid=IwAR3Kj43byFUyr8KXMHPLZd0kVsdV5tgzyoc4VEIIGryCjinfRwYzM9W5E1k

Quanto accaduto a Bibbiano non va dunque considerato solo come il vergognoso scandalo di un sistema uscito dai binari. Al contrario quel sistema sta nella corsia principale di una autostrada che già troppe autorità hanno deciso di percorrere e verrà presto esportato e applicato in tutta Europa. Riteniamo che vada fermato e per farlo è imprescindibile avvalersi della competenza di chi ha già vissuto, all’estero, la realtà che attende l’Italia tra qualche anno.

www.ilpattosociale.it

Marinella Colombo – 29 luglio 2019

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Responsabile nazionale dello Sportello Jugendamt, Associazione C.S.IN. Onlus – Roma
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