Crollo demografico: sempre meno nascite, record negativo da Unità d’Italia

Nuovo minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia registrato nel 2019: gli iscritti in anagrafe per nascita sono appena 420.170, con una diminuzione di oltre 19mila unità rispetto all’anno precedente (-4,5%). Il calo si registra in tutte le ripartizioni, ma è più accentuato al centro (-6,5%). E’ quanto emerge dai dati sul bilancio demografico nazionale diffusi dall’Istat.

Al 31 dicembre 2019 la popolazione residente in Italia ammonta a 60.244.639 unità, quasi 189mila in meno rispetto all’inizio dell’anno (-0,3%). Rispetto alla stessa data del 2014 diminuisce di 551mila unità, “confermando la persistenza del declino demografico che ha caratterizzato gli ultimi cinque anni”.

Più contenuto il calo di popolazione al Nord. Nel 2019 la distribuzione della popolazione residente per ripartizione geografica resta stabile rispetto agli anni precedenti. Le aree più popolose del Paese, secondo i dati resi noti dall’Istat, si confermano il Nord-ovest (dove risiede il 26,7% della popolazione complessiva) e il Sud (23,0%), seguite dal Centro (19,9%), dal Nord-est (19,4%) e infine dalle Isole (11,0%).

Il decremento di popolazione coinvolge tutte le ripartizioni: nel Nord-ovest e nel Nord-est è contenuto (rispettivamente -0,06% e -0,03% rispetto a inizio anno), mentre i maggiori decrementi, sopra la variazione media nazionale (-0,31%), si rilevano nelle Isole (-0,70%) e al Sud (-0,63%). A livello regionale, il primato negativo in termini di perdita di popolazione è del Molise (-1,14%), seguito da Calabria (-0,99%) e Basilicata (-0,97%).

All’opposto, incrementi di popolazione si osservano nelle province di Bolzano e Trento (rispettivamente +0,30% e +0,27%), in Lombardia (+0,16%) ed Emilia-Romagna (+0,09%).  adnkronos