Decreto semplificazioni: 411 pagine di linee guida. E il Fisco può distruggervi

Di Federico Garau – – Mentre ci si attendeva che la fattura elettronica avrebbe ben presto soppiantato quella cartacea, ecco arrivare una lunga e dettagliata circolare da parte dell’Agenzia delle Entrate nella quale si evince che sarà invece ancora necessario conservare e produrre eventualmente una copia documentale per il Fisco.

Si tratta della circolare n.19, pubblicata durante la giornata di ieri, nella quale l’Ente pubblico ha voluto fornire linee guida e delucidazioni su una serie di tipologie di detrazioni e deduzioni Irpef e sulle procedure da seguire per ottenere l’apposizione del visto di conformità. Ben 411 pagine, dunque, nelle quali vengono analizzate tutte quelle spese effettuate dal contribuente che possono dare diritto a delle deduzioni dal reddito, a detrazioni di imposta ed a crediti di imposta.

Contrariamente a quanto ci si sarebbe attesi, tuttavia, l’elemento cartaceo avrà ancora un’importanza fondamentale. Oltre a doversi occupare di documentare le spese detraibili, infatti, il contribuente sarà tenuto, come ricorda Italia Oggi, anche a conservare la fattura cartacea prodotta dall’emittente. Non solo. Sarà suo compito anche quello eventualmente di verificare che quanto riportato nella fattura elettronica coincida con la stessa copia cartacea.

In effetti quando, spingendosi nell’ambito degli oneri documentali, nella lunga circolare ci si riferisce all’anno 2019 (quello, cioè, dell’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica), non si fa esplicito riferimento a quest’ultima, facendo permanere quindi quanto già determinato in precedenza nella faq 45 sulla “fatturazione elettronica”. Qui, infatti, si sottolineava l’obbligo per il contribuente di conservare una copia cartacea.

L’aspetto più grave, al momento, è che tali disposizioni siano uscite di fatto solo l’8 luglio, quando, cioè, le scadenze fiscali sono già state da tempo avviate, col rischio di mandare in tilt Caf e commercialisti (i primi invii telematici risalgono allo scorso 15 giugno, quindi quasi un mese fa). Probabile che gran parte del problema sia da ricercare nei rallentamenti dovuti al pesante lockdown imposto dal governo Conte e che quindi anche all’Agenzia delle Entrate abbiano agito con l’acqua alla gola. Ma è vero che negli ultimi anni tutte le principali modifiche fiscali erano state indicate con largo anticipo (entro il mese di aprile sia nel 2017 che nel 2018 ad esempio), permettendo ai contribuenti di mettersi in regola grazie alle precise indicazioni da parte di Caf e commercialisti.

L’esecutivo ha a lungo parlato di “semplificazione”, ma tra indicazioni in ritardo, scarsa chiarezza su fatturazione elettronica e copia cartacea e ben 411 pagine di linee guida, il percorso sembra discretamente in salita.

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