“È una notizia molto triste e tragica; prima di tutto chiediamo giustizia per Nadeem Joseph e la sua famiglia. Tutti hanno il diritto di acquistare proprietà in Pakistan. Questo incidente è una chiara violazione dei diritti umani, è un atto contro la legge e non può restare impunito. Inoltre, bisogna notare con preoccupazione che sono in aumento simili episodi di attacchi alle comunità più vulnerabili: il governo deve prenderne atto seriamente”.
Così l’attivista cristiano per i diritti umani Sabir Michael, commenta all’Agenzia Fides la vicenda di Nadeem Joseph, un cristiano aggredito per aver acquistato una casa in una zona a maggioranza musulmana a Peshawar. Come appreso da Fides, l’uomo è deceduto il 29 giugno, dopo cinque interventi chirurgici, in seguito alle ferite di arma da fuoco riportate. Il 4 giugno 2020, i suoi aggressori, uomini musulmani che ritenevano i cristiani “indesiderati”, gli hanno sparato allo stomaco, ferendolo gravemente (vedi Fides 12/6/2020).
Khalid Shahzad, altro attivista in continuo contatto con la famiglia di Nadeem Joseph, parlando con Fides ha dichiarato: “È una vicenda molto triste e allarmante per l’intera comunità cristiana; ora occorre che i colpevoli affrontino un processo per omicidio. La famiglia di Nadeem è nel dolore e vive nel terrore, dopo questo attacco. La famiglia è grata a tutti coloro che hanno offerto aiuto e assistenza per le cure di Nadeem Joseph e per gli aspetti legali”.
Il cristiano Samson Salamat, presidente dell’organizzazione della società civile “Rwadari Tehreek Pakistan”, (“Movimento per la tolleranza in Pakistan”), impegnata per la pace, il pluralismo e l’armonia interreligiosa, ha dichiarato a Fides: “Questo attacco a Nadeem Joseph è la forma peggiore esistente di discriminazione e persecuzione verso le minoranze religiose del Pakistan. Una domanda sorge spontanea: chi riuscirà a proteggere e salvare la vita degli esseri umani membri alle minoranze religiose del Pakistan?”
Nadeem Joseph aveva acquistato una casa in un’area della maggioranza musulmana a Peshawar, e i suoi vicini di casa musulmani hanno iniziato a manifestare dissenso perché una famiglia cristiana viveva nella loro strada, ritenendola indegna e indesiderata. Costoro prima hanno minacciato la famiglia di Nadeem, intimando ai membri della famiglia di lasciare la loro casa entro 24 ore. Quando Nadeem ha chiamato la polizia, prima che arrivassero gli agenti, hanno iniziato a percuoterlo e hanno poi aperto il fuoco verso di lui e la sua famiglia, fuggendo all’arrivo della polizia.
(AG-PA) (Agenzia Fides )