Insieme a Silvio Berlusconi e al giudice Amedeo Franco c’era un terzo uomo, testimone della confessione della toga. Quella che nelle trascrizioni dell’intercettazioni è indicata come VM2, “voce maschile 2” secondo il Giornale avrebbe un nome e un cognome, clamorosi: Cosimo Ferri. L’incontro è del 6 febbraio 2014 ed è lo stesso Franco a nominare un “Cosimo”, più volte.
Sarebbe proprio il magistrato in aspettativa, leader di Magistratura indipendente, finito nei guai per il caso Palamara, eletto in Parlamento con il Pd e oggi senatore di Italia Viva. Le prime indiscrezioni dalla difesa di Berlusconi riferivano di un magistrato, rimasto in silenzio in questi anni per paura di vedersi compromessa la carriera. Non a caso, anche l’intercettazione di Franco è stata resa divulgata dopo la morte dello stesso giudice della Cassazione, avvenuta nel 2019, 6 anni dopo quella “sentenza pilotata dall’alto”, come definì lui stesso la condanna di Berlusconi per frode fiscale nel processo Mediaset Agrama.
Nel 2014, ricorda il Giornale, “Ferri ricopre un ruolo istituzionale: è sottosegretario alla Giustizia nel governo di Enrico Letta, un gradino sotto il ministro Annamaria Cancellieri”, Di fatto, “il vero uomo di collegamento tra ministero e magistratura diventa lui”, accusato da Magistratura democratica “di essere entrato in un governo di sinistra in quota Pdl”.