Solo una “scelta politica”. Interrogato sulla mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano a inizio marzo, Conte si è giocato “l’asso”, contando sul quella “terra di mezzo” che sta tra le responsabilità del governo e quelle della Regione Lombardia.
“La Regione aveva i numeri per muoversi in anticipo? Oppure poteva farlo il governo, visto che i dati venivano comunque trasmessi a Roma? – è l’interrogativo della Rota, posto dal Corriere della Sera -. Le verifiche non consentono di escluderlo, ma non è affatto scontato che questa consapevolezza possa rientrare nell’ambito penale. Si tratta infatti di scelte politiche e per contestare il reato di epidemia colposa o comunque altre violazioni, si dovrebbe individuare un nesso di causalità tra le decisioni e gli effetti. Un legame che i magistrati ritengono arduo da dimostrare dopo le audizioni” dei tre vertici del governo e del presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e del consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi.
“Inizia a farsi strada, quindi – conclude il Corsera -, la convinzione che la chiusura mai realizzata di Nembro e Alzano possa restare materia per la politica, e non per i tribunali, anche se la valutazione e la ricostruzione dei fatti sono ancora in corso e nessuno si sbilancia in dichiarazioni ufficiali”. affaritaliani.it
La Pm che ha interrogato Conte dovrà lasciare l’ufficio di Bergamo