La Pm che ha interrogato Conte dovrà lasciare l’ufficio di Bergamo

Di Michele Di Lollo – Ci sono due inchieste che si incrociano. Quella delle chat di Luca Palamara e quella del caso delle “zone rosse” nella provincia di Bergamo. Maria Cristina Rota, il pm che ha sentito il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lo scorso venerdì, a breve lascerà il suo ufficio al nuovo procuratore Angelo Antonio Chiappani, nominato all’unanimità dal Csm procuratore di Bergamo circa un mese fa. Un magistrato che il 29 maggio 2019, quando esplose il caso Palamara, manifestò a quest’ultimo la propria solidarietà.

Allora Chiappani era in corsa per la poltrona di procuratore di Brescia (sua città natale). In occasione del famoso dopocena dell’hotel Champagne uno dei presenti a proposito di quella nomina, stando a quanto ricostruito da La Verità, disse: “Io vorrei fare Roma e magari ci metto Brescia perché dovrebbe essere più semplice Brescia visto che abbiamo il derby”. Il derby era quello tra Chiappani e Francesco Prete, che a dicembre è risultato vincitore, entrambi di Unicost, la corrente di Palamara.

Ma Chiappani non è finito solo nelle chat di Palamara. Ha anche visto di persona il pm indagato mentre era sotto intercettazione e le sue parole potrebbero essere state carpite dal trojan. L’occasione dell’incontro tra i due riguarda una partita della rappresentativa magistrati contro quella degli attori allo stadio di Lecco, città di cui Chiappani era procuratore. Palamara, forse trovandoselo inaspettatamente di fronte, chiese, via messaggio, al collega di Unicost Massimo Forciniti: “Chiappani è quello che deve andare a Brescia?”. Riceve risposta affermativa.

Al termine dell’evento Chiappani scrive sulla chat di gruppo: “Grazie a tutti per questo 23 maggio vissuto a Lecco con una grande cornice di studenti e grazie a tutti di avermi dato l’occasione di rimettere le scarpette dopo più di trent’anni”. Gli aveva dato il benvenuto Paolo Auriemma, procuratore di Viterbo, in strettissimi rapporti con Palamara. Il 29 maggio arriva, però, la notizia dell’inchiesta su Palamara. E sulla chat del calcio inizia la corsa a esprimere la propria solidarietà all’ex presidente dell’Anm sotto indagine. Chiappani ci va giù pesante. Scrive polemico: “Jus sputtanandi”. Ma Palamara consiglia di abbassare i toni.

Palamara non doveva invece godere della fiducia della Rota. Infatti, la nomina di quest’ultima a procuratore aggiunto di Bergamo, è arrivata alla fine di una durissima battaglia al Csm che ha portato alla spaccatura tra Area e Unicost, dopo che per diversi mesi i due schieramenti avevano votato insieme interi pacchetti di nomine. Lei è diventata procuratore aggiunto di Bergamo con i voti di Area, la corrente delle toghe progressiste e di Magistratura indipendente, la corrente che per molti anni, e in parte anche oggi, ha avuto come punto di riferimento il parlamentare di Italia viva, Cosimo Ferri. L’unica corrente che cercò di sbarrarle la strada fu quella di Palamara, Unicost. Ora la Rota lascia il suo incarico e al suo posto arriva un fedelissimo di Palamara. E chissà come se la caverà con l’inchiesta che tiene col fiato sospeso il governo giallorosso.

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