Di prof Augusto Sinagra
L’ectoplasma quirinalizio finalmente ha parlato dopo lunghi giorni di meditazione. Anzi, non ha parlato. Ha autorizzato la diffusione di una nota quirinalizia di contenuto cauteloso tendente al riduttivo con riguardo a quella fogna a cielo aperto rappresentativa di delitti, intrallazzi e porcherie commesse da magistrati.
Il “Nostro”, tuttavia, o è mal consigliato o non ha maturato una esatta percezione di quelli che sono i suoi doveri/poteri, ovvero non dice la verità.
L’illustre personaggio con toni quasi di parrocchiale rammarico, manda a dire che egli non ha il potere di sciogliere il CSM.
A parte che al di là dei suoi poteri egli non dice la cosa più importante e che cioè questo CSM andrebbe sciolto immediatamente non foss’altro che per corrispondere allo sgomento provocato dai mille rivoli che promanano dalla detta fogna, vi è che l’art. 31 della legge 24 marzo 1958, n. 195 (“Norme sulla costituzione e sul funzionamento del Consiglio Superiore della Magistratura”) assegna al Capo dello Stato, che è anche Presidente del CSM, il potere di sciogliere il CSM, previo parere non vincolante dei Presidenti di Camera e Senato, nei casi di impossibilità di funzionamento dello stesso CSM.
Ferma l’ipotesi che l’Ospite del Quirinale sia stato ancora una volta mal consigliato (da quel tale Stefano Erbani suo Consigliere per gli “Affari di giustizia”?), rimane purtroppo la constatazione che il Capo dello Stato ha detto cosa radicalmente non vera e l’unica conclusione che se ne può trarre, in presenza dell’immane schifo che ha colpito larga parte della magistratura, e molti Consiglieri del CSM, è che egli non vuole o non è libero di esercitare il suo potere.
Non si dica che la situazione presente non rappresenti un caso di impossibilità di funzionamento del CSM. Il funzionamento va valutato in rapporto alle finalità e attività lecite dell’Organo ma quando, viceversa, come emerge, le finalità sono rivolte alla commissione di delitti o a intrallazzi di ogni più turpe genere, non si può parlare di regolare funzionamento.
Il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga per porre fine a illegalità e abusi compiuti dall’Organo di autogoverno dei giudici, non esitò a mandare i Carabinieri a Palazzo dei Marescialli.
Mi riconosco capacità profetiche: già nel 1967 suggerivo l’abolizione del CSM.
AUGUSTO SINAGRA