“Vedo la classe politica, non parlo di Governo, molto concentrata sull’emergenza ma con zero visione e zero strategia su dove dobbiamo andare. Questo mi preoccupa molto”, ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. “Ci sono dei nodi fondamentali – ha aggiunto – che dobbiamo affrontare oggi. Penso all’automotive, al fisco, che deve essere una leva di competitività e non solo come strumento per il gettito, e il lavoro. Penso anche alle infrastrutture e le grandi opere e il mondo dell’acciaio“, ha detto ancora Bonomi. “Vedo una politica – ha concluso – che ha delle posizioni diverse anche all’interno degli stessi partiti e quindi diventa tutto difficile e complicato. Abbiamo, quindi, una serie di questioni da affrontare scevri dagli interessi di parte o dividendi elettorali”.
Occasione per cambiare Paese, servono semplificazioni – “Noi abbiamo una grande occasione per disegnare una nuova Italia e di modernizzare veramente il Paese”,ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso di un incontro organizzato dalla Fondazione Fiera Milano. “Sono fermamente convinto – ha aggiunto – che in questo tragico momento possiamo cambiare l’Italia. Possiamo mettere in campo delle semplificazioni per cambiare la struttura del Paese, rendendolo più moderno e dinamico. Per fare questo ci sono dei nodi fondamentali che vanno affrontati. Abbiamo una grande opportunità e sarei veramente deluso che il Paese spreca questa occasione”.
La crescita deve essere la nostra ossessione – “Noi dobbiamo avere una sola ossessione: la crescita. Dobbiamo fare in modo che le micro imprese devono diventare medie e queste ultime devono diventare grandi”, ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. “E’ facile parlare di piccole e medie imprese – ha aggiunto – ma dobbiamo comprendere che se non sosteniamo le medie e le grandi noi non creiamo le filiere, anzi le distruggiamo. E avremo distrutto un patrimonio che è unico al mondo e che tutti ci invidiano”. http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/confindustria-bonomi-a-rischio-700mila-un-milione-posti-lavoro-9f06edc5-6022-4eab-84a4-a5c1904dac01.html