C’è chi dalla politica “si prende una pausa”, le Sardine. In crisi d’identità, il movimento che è stato uno dei fattori chiavi nelle elezioni regionali, specie in Emilia Romagna adesso dice basta. Mattia Santori è stanco. Stanco di polemiche e litigi, insofferente verso una maggioranza tutt’altro che silenziosa – si legge su Repubblica – che vuole spingere le Sardine nel grande mare della politica. Lui, il volto simbolo del movimento, non ci sta. E si ferma.
Giovedì sera, con altri tre fondatori (Giulia Trappoloni, Andrea Garreffa e Roberto Morotti), consegnerà il “manifesto” atteso da mesi. «Poi prenderemo una pausa di riflessione », sibila in un messaggio nella chat interna che è come una frustata. È passata l’onda che riempiva la piazze, capace di condizionare le elezioni in Emilia Romagna e di fermare la ruspa di Salvini: si è perso quello spirito che era, scrive Santori, «innovazione, purezza, coinvolgimento ».
Al giovane leader capita oggi di vedere invece «frustrazione e saccenza». «Sono conscio – scrive – che qualcuno preferisce farmi le scarpe e screditare me e le persone che mi supportano. So di essere in minoranza. So che molti di voi non si sentono a proprio agio nella dimensione puramente etica e culturale della politica. Non vi bastano le piantine. Avete idee molto strutturate. Sapete un sacco di cose. Vi invidio per questo. Ma sento che più prendiamo la direzione politica più finiamo per imitare gli altri”. affaritaliani.it