La lotta al Coronavirus in Italia prosegue in tutti i settori. Da quello medico, con l’impegno degli ospedali e degli operatori sanitari per curare i malati con cure spesso sperimentali, in attesa di un vaccino a quello dela crisi economica. Il governo con il decreto rilancio sta tentando di far ripartire il Paese. Tra queste misure c’è quella relativa alla regolarizzazione dei migranti, annunciata dal ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova, con tanto di lacrime di commozione. Ma l’iniziativa si sta rivelando un boomerang, con gli stessi braccianti che hanno deciso di scioperare.
Da Borgo Mezzanotte a Torretta Antonacci – si legge su Repubblica – in migliaia hanno marciato nei campi fino ad arrivare davanti alla prefettura di Foggia portando cassette di broccoli e carciofi. Alla testa della marcia il sindacalista Usb Aboubakar Soumahoro: «Questo fiume di esseri umani — dice — è la dimostrazione che nelle campagne mancano i diritti, non le braccia. Abbiamo osato scioperare per sfidare la politica del cinismo, per sfidare i ricatti, i soprusi e per dimostrare che a marcire sono i diritti dei lavoratori ».
Ed è solo l’inizio. Soumahoro sta preparando per luglio a Foggia un’assembla nazionale di tutti i braccianti immigrati italiani, distanziamento sociale permettendo. «E comunque — annuncia — a partire da oggi se il governo non darà delle risposte, la stagione di raccolta sarà caratterizzata da altri scioperi. Ma gli scioperi che faremo non saranno gli scioperi dei braccianti ma del consumo e della spesa».
Il provvedimento di emersione dal lavoro nero appena approvato porterà alla regolarizzazione di metà degli invisibili attualmente presenti in Italia: poco meno di 300.000 posizioni sanate e un numero di irregolari che resterà attorno alla stessa cifra. È la stima fatta dall’Ismu (fondazione specializzata nello studio dei fenomeni migratori) sulla platea effettiva di quanti beneficeranno della possibilità di avere un permesso di soggiorno di sei mesi in presenza di un contratto di lavoro.