“Esiste un’incredibile sproporzione tra ciò che lo Stato ritiene giusto spendere per la Difesa e per gli armamenti e quello che concede alla sanità. Tra l’altro, con una Costituzione che all’articolo 11 ripudia la guerra e all’articolo 32 stabilisce il diritto alle cure per tutti. Abbiamo il dovere di esaminare le priorità del Paese e delle persone, e dobbiamo avere la coerenza di fondare le nostre decisioni di bilancio sui principi della nostra Costituzione”. Così in un’editoriale pubblicato sul suo blog, il prof. Ignazio Marino, Professore di Chirurgia e Executive Vice President presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia.
“Per dare un’immagine chiara delle proporzioni dei due diversi investimenti, basti pensare che in questa inedita e storica situazione di emergenza sanitaria il Governo italiano si è sforzato di mettere in campo 25 miliardi di euro attraverso il decreto Cura Italia. Questa stessa cifra è il corrispettivo di ogni anno di Bilancio della Difesa. Fatti che disorientano. Con amarezza viene da scrivere che non avevamo, quando erano indispensabili, respiratori e posti letto per tutti gli ammalati, ma abbiamo sempre avuto in tutto questo frangente la certezza che grazie agli F-35 saremmo stati in grado di bombardare qualunque luogo nel raggio di 1.000 km dall’Italia”, aggiunge il prof. Marino.
“Una riflessione per il Parlamento e per un Governo sostenuto da forze politiche che a parole aborrono la guerra e gli armamenti ma che sostengono sia un errore contrapporre gli investimenti della Difesa a quelli della Salute. Personalmente, sono convinto che se si potessero esprimere i cittadini italiani non condividerebbero questa visione e preferirebbero investire in strumenti per proteggere la salute piuttosto che in cacciabombardieri”.
Lo comunica in una nota l’Ufficio Stampa del prof. Ignazio Marino.