Migranti, Lamorgese: ora cambiare i decreti sicurezza

Di Luca Sablone – – Tutto secondo i piani: passata la peggiore ondata del Coronavirus e approvata la maxi regolarizzazione degli immigrati, Luciana Lamorgese torna all’attacco e mette nuovamente nel mirino i decreti sicurezza che portano la firma di Matteo Salvini.

Non c’è tempo da perdere: l’attuale ministro dell’Interno vuole procedere il prima possibile e perciò ha messo fretta ai colleghi del governo composto da Italia Viva, Liberi e uguali, Movimento 5 Stelle e Partito democratico. L’intento è chiarissimo: modificare entrambi i dl. “Spetta ora alle forze di maggioranza e al governo decidere tempi e modalità per riprendere in mano anche questo tema”, ha dichiarato per tentare di far accelerare le operazioni di smantellamento.

Ma cosa potrebbe cambiare? Ci sarebbe la volontà di ripensare profondamente i tagli all’accoglienza voluti dal leader della Lega, magari tramite un intervento legislativo. In generale sono stati individuati 4 nodi per rivedere le norme: reintroduzione della particolare tenuità del fatto, distinzione delle categorie nelle norme che puniscono l’oltraggio e la resistenza al pubblico ufficiale, inserimento di una chiara indicazione sulle tipologie delle navi e ripristino del requisito della recidiva per la confisca. Con la piena consapevolezza che mettere le pezze occasionalmente non è la causa che si vuole sposare.

La titolare del Viminale, nell’intervista rilasciata a La Repubblica, ha parlato pure della regolarizzazione dei lavoratori stranieri: “È il frutto di un impegno collettivo – con i ministri Bellanova, Catalfo e Provenzano – che ha avuto al Viminale un punto di mediazione”. E ha parlato dell’impegno – che definisce rafforzato – nell’ambito dei flussi migratori: “Lungo la frontiera orientale sono stati inviati 100 militari e altri ne arriveranno”. Intanto l’Italia resta in attesa della proposta della Commissione sul nuovo patto europeo su immigrazione e asilo: “Come da richiesta non solo nostra, dovrebbe tenere conto del meccanismo di ricollocazione in Europa dei migranti salvati in mare e della responsabilità degli Stati di bandiera della navi delle Ong”.

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