OBAMAGATE, il ruolo dell’Italia

Cerchiamo di entrare mano a mano,  puntata dopo puntata, nel vivo dello scandalo politico che a mio giudizio travolgerà i vertici dei Democratici Usa (DNC) e la Globalizzazione.
L’Obamagate è ufficialmente iniziato stanotte, con il demascheramento di atti ufficiali e nominativi specifici, operato dalla NSA, l’Agenzia di Sicurezza  Nazionale degli Stati Uniti.
 In questa puntata spiegherò le radici della cospirazione e del coinvolgimento di altri paesi, in particolare anche del Governo italiano a cavallo del 2016/2017, e che secondo  molti repubblicani avrebbe supportato i golpisti nella congiura finalizzata a delegittimare Trump. Ovviamente si tratta di accuse e non di sentenze, ma come spiegherò nel dettaglio queste accuse sono maledettamente serie, vistosamente grandi e prepotentemente fondate.
L’ipotesi del Russiagate inizia a maturare alla fine del 2016 al momento del passaggio del testimone tra Obama e Trump, una fase che di regola dura circa due mesi e mezzo (dal primo martedì di novembre  fino alla penultima settimana del successivo gennaio).  Secondo i repubblicani il testimone  sarebbe stato intenzionalmente infettato da Obama al fine di avvelenare e uccidere l’esercizio delle funzioni democratiche conferite dal Popolo al suo nuovo Presidente. Secondo gli accusatori mediatici di Trump, invece, esistevano elementi probatori sufficienti per minare la regolarità della sua elezione a Presidente, uno status a loro dire pregiudicato dalla sussistenza di interferenze russe, di cui però nessuno di loro ha mai dettagliato alcunché.
 I media dicono tutto il male possibile contro Trump, ma se le accuse specifiche fossero aderenti ad una realtà in qualche modo accaduta, perchè dopo tre anni e mezzo  nessuno ci spiega nitidamente chi e come,  per conto di Putin o di un qualche suo uomo, abbia concretamente interferito con il procedimento elettorale delle presidenziali 2016?
Non chiedo le prove, sia chiaro, ma è lecito sapere almeno chi è stato in carne ed ossa per conto di Putin, e come costui abbia concretamente agito per far vincere Trump?
Come molti sapranno,  la scorsa settimana è stato depositato in Tribunale un plico di elementi probatori svelanti una pasticciata macchinazione ordita dai vertici dell’FBI a guida Comey contro Flynn/Trump,  relegando oggi tutto questo gruppetto di alti dirigenti della massima polizia americana,  nei loro domicili, ovviamente dopo il licenziamento in tronco dall’FBI. Comey era stato il n°1 all’FBI per atto di Obama, nonché pupillo e successore di Mueller, colui che perseguitò il generale Flynn in lungo e largo, con metodi spicci e assai discutibili. Flynn era stato all’apice della Sicurezza Nazionale dalla cui postazione si potevano ammirare tutti i misfatti perpetrati da Hillary Clinton e Barack Obama, come ad esempio le ‘prodezze’ nella geografia politica del Mediterraneo arabo, che hanno generato flussi di gommoni in viaggio nel corso dei quali masse di malcapitati ancora oggi affogano, e che poi fanno piangere le nostre ministre lacrimevoli, ma solo se non fossero subito accontentate nel senso di ridurre le pensioni ai nostri nonni, o regolarizzare i clandestini, così  come George Soros comanda.
Ma torniamo all’Obamagate. 
A seguito di questo pesantissimo sviluppo processuale della FBI dei giorni scorsi, i magistrati inquirenti hanno lasciato cadere tutte le accuse del Russiagate, indicando al magistrato che guida la funzione giudicante, cioè il giudice Sullivan, di chiudere il processo a carico di Flynn, e quindi ribaltare il senso criminale del caso. Sullivan era atteso in questi giorni per il naturale provvedimento di proscioglimento, ovviamente recepente la conclusione delle indagini del Dipartimento di Giustizia, ed invece lo scorso martedì ha pensato di dilatare i termini del processo ammettendo eventuali memorie di  terze parti (“amicus curiae”), che non si sa ancora chi dovrebbe produrle e perchè.  Il temporeggiamento sembra del tutto velleitario, anche se bisogna capire la difficile posizione del giudice Sullivan, poichè il proscioglimento ufficiale di Flynn, sortisce l’apertura di una fase di fitti guai per Obama e i Dem. In passato lo stesso  Sullivan si era sempre rifiutato di ammettere interventi per spedire la palla in qualche tribuna allo scopo di perdere tempo, anche riguardo a situazione analoga che inerisce proprio le vicende di Flynn. Vedi allegato. 
Il povero giudice Sullivan è sotto pressione sfacciata da parte di Obama, il quale pochi giorni fa ha parlato pubblicamente  del ritiro delle accuse nel caso Flynn come di un attacco al principio di legalità.
A me sembra un attacco alla legalità la pretesa da parte di un ex presidente, figura politica e leader carismatico dei Dem, di dire apertis verbis al Giudice Sullivan cosa sia legale e cosa no, in un processo che nella sostanza lo riguarda. La sortita di Obama è chiaramente oppressiva della funzione giudicante, benchè sia stata ammanita con la veste di una telefonata privata fatta da Obama, e rivelata dalla stampa (non smentita da Obama), come emerge nel link postato sopra.
Nel precedente articolo in maniera rapida e perciò superficiale, ho spiegato che il Deep State  alleato ai Dem, ha capito perfettamente che il caso Flynn è la trappola mortale in cui sono caduti, cioè la breccia dalla quale partiranno le cannonate del contrattacco di Trump. L’affondo di Obama contro Flynn, che aveva illuso i Dem di aver ottenuto un sfondamento del fronte avversario per poi poter cacciare Trump,  farà scaturire gli incartamenti da cui origineranno gli atti di accusa formali e solidamente comprovati contro Obama (attacco a tenaglia). Nel proseguio dell’articolo capirete perchè saranno accuse stritolanti.
 Flynn è il fulcro della vicenda, infatti due giorni fa i Dem sono andati ben oltre il ridicolo, trattando la Giustizia come se fosse materia da dirimere con petizioni e testimonial indignati. I Democratici hanno cercato di infamare Flynn attaccando il magistrato al vertice della Giustizia, cioè Barr, attraverso  2000 ex impiegati del dipartimento di giustizia che hanno fatto una petizione offensiva,  ovviamente dai mainstream media esaltata in una serie di loro deliri da danzatori della pioggia. Non capisco proprio cosa pensassero di ottenere!  Quale sarà il prossimo passo dei nostalgici dello “Yes we can”? Una memoria  a firma di Madonna, Kate Perry e Lebron James, sulle colpevolezze del generale Flynn e l’incompetenza del magistrato Barr, di cui il giudice Sullivan dovrebbe tenere conto per cacciare Trump e salvare Obama/Hillary?
Non occorre essere giuristi nè eredi della civiltà romana del diritto, per capire che i procuratori della pubblica accusa, dopo 3 anni e mezzo  hanno già deciso in procedimento, e non è che si possa riaccusare con le petizioni o con le Tv e i giornali. Flynn ha già vinto. È come una partita a scacchi in  cui le mosse sono obbligate e non è che si possa chiedere una pausa, fare telefonate strampalate o petizioni da commando ultras, per ovviare il proseguio delle mosse che portano allo scacco matto.
Per i Dem le cose vanno di male in peggio, perchè il demascheramento è partito ieri notte. Sono stati infatti pubblicati i nomi dei funzionari dell’amministrazione Obama che avevano richiesto l'”unmasking” del Gen. Flynn durante il periodo di transizione tra la presidenza Obama e quella Trump.
Cosa significa?
Tre anni e mezzo fa Trump era Presidente eletto, ma doveva ancora  insediarsi, e nel frattempo Obama e i suoi governavano in ‘prorogatio’, una procedura normale e sempre avvenuta, generalmente improntata ad un minimo livello di correttezza istituzionale.
Qui esplode il bubbone perché chi ha richiesto di procedere,  in modo palesemente illegittimo,  viste le indagini pretestuose su Flynn, è il duo Vicepresidente Joe Biden, e Capo di Gabinetto della Casa Bianca, McDonough, che significa Barack Obama.
Il guaio è grosso e Obama non è più schermabile dal capo di gabinetto o da Biden.  Vi spiego perchè.
Biden dovrebbe sfidare Trump a novembre 2020,  perciò non può certo essere il capro espiatorio per salvare Obama, e peraltro lui ha sempre negato di sapere qualsiasi cosa, e di aver agito sulla specifica  questione. Ovviamente mente, e non potrebbe dire nemmeno che avrebbe agito il suo capo di gabinetto a sua insaputa, come teoricamente potrebbe fare Obama.  Quindi chi ha la paternità dell’aggressione a Flynn e delle lamentate malazioni golpiste, sicuramente perpetrate tra gli altri dall’FBI, nonchè dalle altre agenzie governative coinvolte?
Le azioni del Direttore FBI James Comey, o di altri vertici di agenzie del Deep State coinvolto, come ad esempio John Brennan, chi ha l’autorità e le può aver innescate?
Ragioniamo:
si potrebbe sostenere che sia stato McDonough  il capo di gabinetto di Obama a insaputa del Presidente?
Non si può, ed è il pasticcio con gli italiani che nega questa possibilità di salvezza per Obama.
Dobbiamo infatti considerare che irrompe in questa storia, con tutto il suo portato dì prove facilmente riscontrabili,  John Phillips, all’epoca ambasciatore USA in Italia. La Storia è affascinante e può essere beffarda e suggestiva in maniera sconvolgente, poiché  in base a una  Legge di Contrappasso Dantesco,  le anime solenni della globalizzazione si ritrovano in un girone infernale punitivo dei globalizzatori, nel contesto di una città unica e simbolica al Mondo. Tutte le strade del potere portano a Washington, ma in questo caso, tutte le strade del potere  lastricate di merda portano a Roma. Qui, nella Capitale storica  dell’Occidente che la Globalizzazione pretendeva di omogenizzare,  si sono consumati gli atti comprovabili che incastrano Obama e Hillary, e uccidono a cascata tutte le case regnanti nel Mondo per attuare la globalizzazione.
L’intreccio Papadopulos-Mifsud-Gaeta-Steele etc, ha avuto a che fare strutturalmente con la vicenda Flynn e Russiagate,  interessando i nostri servizi segreti e il nostro Governo. La vicenda merita un articolo tutto suo che farò in seguito, ma qui il riferimento romano serve  a rispondere alla seguente domanda retorica, che ci spiega  perchè Obama sia nei guai:
è possibile pasticciare in italia con professori maltesi,  imprese inglesi finanziate con 15 milioni di dollari da Hillary (allo scopo di fabbricare dossier per accusare il potente generale), o raccordare le ambasciate con i loro protocolli formali, oppure far collaborare i servizi segreti sulla specifica  questione, senza che ci sia stata almeno una telefonata tra Obama, Renzi e poi Gentiloni? Mi spiego ancora meglio.
L’ambasciatore USA in Italia durante la transizione Obama-Trump chiese il demascheramento del Generale Flynn, cioè l’intercettazione spionistica con soggetti esteri, nelle quali viene ascoltato un particolare cittadino USA, e quindi coinvolge l’Italia e l’Ambasciatore, e perciò i due Governi devono per forza ufficialmente parlarsi.
Da questo snodo concettuale complesso, che dovete capire,  scaturisce la posizione di Obama e di quei due governi italiani illo tempore, una posizione golpista che si aggrava sempre di più e sempre più pesantemente in crescendo, andando indietro rispetto alla transizione Obama-Trump.
Le richieste di “unmasking” ci  sono state in piena campagna elettorale Hillary-Trump e sono passate attraverso 2 significative ambasciate, Roma ma anche Londra, ed è questo il motivo per cui Trump e i suoi uomini, lamentano di essere stati spiati in campagna elettorale dai democratici. Le accuse di Trump sono dirompenti perchè avendo prova di essere stato spiato, i repubblicani hanno capito che solo con un’azione di Obama di sponda con un Governo come quello italiano o britannico, si potevano agirare i vincoli delle Leggi  Americane per evitare il riverificarsi di episodi come il Watergate (gente di Nixon che spiava gente di McGovern alle presidenziali 1972).
L’unmasking è una procedura amministrativa attraverso la quale si “scopre” l’identità dei terzi soggetti americani che vengono implicati nelle intercettazioni di un sorvegliato, e  tendenzialmente servono ad incastrare pezzi grossissimi che magari pensano di avere la linea protette e il beneficio di Legge di una conversazione non registrabile. I limiti a queste cose sono rigorosissimi perché di fatto si finisce per spiare un cittadino verso il quale non si è autorizzati, come pare proprio sia successo a Trump e Cruz, candidati alle primarie Repubblicane poi vinte da Trump. Ogni unmasking deve essere autorizzato da livelli politici altissimi, ed oltre alla NSA coinvolge la CIA, quindi oltre alle due agenzie pilastri dell’Intelligence, anche l’Intelligence stessa (DNI).
Credo sia facile intuire come la merda sia impiastricciata abbondantemente sulle mani di troppe persone per non puzzare in un contesto di violentissimo muro contro muro, in maniera nauseabonda ed elettoralmente letale per i Dem a novembre, quando si eleggerà il presidente, la Camera e 1/3 dei senatori.
  Ma c’è un ulteriore elemento con cui concludo,  che mi persuade sulla fine ingloriosa dei Dem e della Globalizzazione.  I Dem Usa saranno sorpresi e stritolati a causa del tradimento italiano. La chiave di questa mia intima sicurezza è nei presupposti di nascita assurda, del governo Giuseppi. L’asse PD-5S, battezzato da Trump in persona, ha un solo unico senso politico, forse da benedire tutti i giorni con una cascata di acqua santa: massacrare la casa madre del Pd e dei 5 Stelle.
Conte, che aveva la delega ai Servizi nel Governo Gialloverde, strappò l’Ok Usa al governo Giallorosso, salvando la sua poltrona e spiazzando un Salvini poi massacrato domesticamente,  ma offrì a Trump la cosa più preziosa che lui voleva. Conte diede  a Trump, non so quanto intuendone il valore,  la piena collaborazione dei Servizi italiani a Barr (cioè Dipartimento Giustizia Usa ), il quale mentre Di Maio frignava per avere la poltrona di Ministro Esteri e Grillo trafficava in ambasciata cinese per poter pastrocchiare con i comunisti untori lui solo sa cosa, Barr è venuto in italia a raccogliere carte e file, per poi tornare a Washington  molto, ma molto soddisfatto, a quanto pare e possiamo intuire.
Ovviamente quante carte di assi abbia portato Barr nelle mani di Trump non lo so, ma a giudicare dai suoi tweet  e da quelli lasciati intendere da Q, credo debbano essere molti,  tanto da indurre Trump a  poter pensare di togliere pure le mutande ai suoi avversari. Lo scontro in atto è  stato un crescendo violentissimo destinato a terminare in un all in per tutti, e a questo punto solo un lato della Democrazia Occidentale vincerà riducendo alla miseria politica gli avversari.