L’imam di Milano Yahya Pallavicini è pronto a incontrare Silvia Romano se lei lo desiderasse, una volta tornata a casa, nella sua città. “Sono disponibile e contento di accoglierla sia come cittadina italiana e eventualmente come credente, se avesse bisogno di approfondimenti e orientamenti“, dice l’imam all’Adnkronos a proposito della cooperante, che ha deciso di convertirsi all’Islam dopo una prigionia di un anno e mezzo.
Di questa conversione, “in tutta onestà ne sappiamo ancora poco, quello che posso dire è che in una situazione di travaglio come quella che lei ha dovuto vivere, la riscoperta di una fede può essere un sostegno“. Certo, “poteva anche essere quella d’origine, non doveva necessariamente cambiarla, ma i movimenti dell’animo umano sono un mistero”, ammette l’imam. Ad ogni modo, sottolinea, “se ha avuto una sensibilità, profonda, consapevole e onesta che l’ha avvicinata alla religione islamica, allora soltanto grande rispetto“. Se invece la conversione “non è consapevole né onesta, allora ci dispiacerebbe”.
Secondo Pallavicini, non è questo il momento delle polemiche, che giudica “fuori luogo”. Piuttosto, “dobbiamo far prevalere la felicità del dono del ritorno di questa persona, comunque sia tornata. Se parliamo di conversione, abbigliamento, rischiamo di fare speculazioni cercando qualcosa di oscuro quando la notizia è che è tornata e basta”. E ancora: “Il mio sentimento è quello di darle il bentornato. Sono molto contento, perché una persona che ha una sensibilità di mediazione, di volontariato, di attenzione, merita di vivere bene”. ADNKRONOS