Prof Sinagra: mafiosi non sono stati scarcerati per rischio coronavirus

Oggi non parlerò degli inganni connessi all’epidemia. Parlano i documenti e i fatti. Tra i documenti c’è l’agenda di lavoro predisposta nel 2019 in sede di UE nella quale si predispongono le misure per l’epidemia dell’anno successivo. Roba che neanche Madame di Tebe avrebbe potuto prevedere. Si parla anche di campagna di vaccinazioni. Chissà perché!

I fatti invece sono che è stato accertato che nell’ultimo vaccino antiinfluenzale vi è una rilevante presenza del ceppo Covid: ciò che ha determinato la epidemia miracolosamente prevista l’anno prima.

Poi c’è che il Ministro della Sanità, e cioè l’inquietante figura di Roberto Speranza, invece di recarsi personalmente a ringraziare e a baciare i piedi al Prof. De Donno dell’Ospedale di Mantova, gli manda i NAS per porre termine alle guarigioni ed avere nuovi morti come evidentemente è funzionale. Viene interrotta bruscamente la partecipazione del Prof. De Donno a “Porta a Porta” per impedirgli di spiegare come si può guarire facilmente dal virus e a costo zero, e ancora mani ignote ma conosciutissime hanno cancellato la sua pagina Facebook. Dall’altra parte il noto Roberto Burioni invece di fare ricerca si esibisce in televisione dicendo che la plasmoferesi deve essere sintetizzata.
Morale della favola: tutto è consentito meno ciò che può ridurre le speculazioni delle Case farmaceutiche sui malati (provocati).
E le allodole si fanno attrarre dagli specchi.

Poi c’è un altro specchio per allodole: la vicenda di Fofò e Di Matteo relativa alla concessione dei domiciliari a 378 condannati in regime di 41bis. Tra questi anche quel gentiluomo che sciolse nell’acido il corpo del piccolo Giuseppe Di Matteo.
Non ho la ventura di conoscere il giudice Di Matteo. Ho la grande fortuna di non conoscere Fofò Ministro della Giustizia. Non entro nella polemica tra i due. Non serve a niente. È un altro specchietto per allodole per distrarre l’attenzione dalle scarcerazioni facili di pericolosissimi delinquenti in base al c.d. DL “Cura Italia”.
La questione è questa: perché è stato fatto? Certamente non per proteggerli dai contagi. Basti dire che uno dei delinquenti beneficiari è stato mandato a casa a Brescia, uno dei focolai dell’epidemia. Oppure è stato fatto per evitare ulteriori sommosse e ribellioni nelle carceri. Oppure è stato fatto in cambio di una tacita garanzia di prevenire e impedire in centro e sud Italia proteste e sommosse nelle piazze. Oppure ancora per beneficiare delle opportunità imprenditoriali di cui è capace la mafia in tutte le sue denominazioni e capacità operative, per fronteggiare la situazione economica disastrosa e la crescente disoccupazione oltre a quella già esistente e fuori controllo.

Non sarebbe la prima volta che la mafia assume funzioni di “tutela” dell’ordine pubblico in sostituzione dello Stato.
Fu la disponibilità offerta da Calogero Vizzini a Benito Mussolini con riguardo alla Sicilia. Il risultato fu che l’allora capo mafia fu trasferito direttamente da Palazzo Venezia alla destinazione di confino. Come le “Frecce Rosse”: senza fermate intermedie.

In tutto questo la moglie del marocchino Teresa Bellanova pretende la regolarizzazione di 600 mila clandestini di identità ignota. Come ha detto Marco Rizzo l’operazione serve a eliminare del tutto le conquiste e i diritti dei lavoratori italiani. Servono schiavi!
In tutto questo il Conte Tacchia rimane aggrappato alla sedia forte delle maleodoranti benedizioni del pampero argentino.

La situazione è ormai sulla linea della disperazione: l’alternativa al Conte Tacchia sarebbe Vittorio Colao o Mario Draghi. Roba da suicidio di massa (oltre ai 13 suicidi veri già avvenuti per disperazione economica).
Il figlio di Bernardo Mattarella anche se non parla (ancora non gli è stato detto cosa dire), quando parlerà esprimerà viva e vibrante soddisfazione come il suo degno predecessore.

AUGUSTO SINAGRA