La compagnia petrolifera britannica Bp ha riportato un crollo dei profitti trimestrali dopo che la domanda di petrolio è crollata a causa della pandemia di coronavirus. Come riferito dall’amministratore delegato della società, Bernard Looney, lo “shock fra domanda e offerta su una scala mai vista prima” ha provocato una perdita di 628 milioni di dollari, rispetto a un utile complessivo di 2,1 miliardi di dollari registrato l’anno scorso.
L’annuncio di Bp giunge in concomitanza con le comunicazioni dell’ente per l’industria petrolifera degli idrocarburi (Oguk), secondo cui nei prossimi 18 mesi si potrebbero perdere sino a 30 mila posti di lavoro nel settore qualora non vengano disposti degli aiuti per alleviare le pressioni derivanti dal crollo dei prezzi causato dalla crisi del coronavirus.
L’Oguk ha lanciato un appello per un’ulteriore assistenza governativa dato che le attività di trivellazione nel Mare del Nord sono interrotte dalla pandemia e dal crollo della domanda di petrolio e gas. Con la decimazione del traffico aereo passeggeri e il grave declino del trasporto su strada, si sono accumulate enormi scorte di petrolio che hanno provocato un crollo senza precedenti del prezzo. Secondo Bp, “la domanda di prodotti si è drasticamente ridotta, in particolare a causa del calo della mobilità. La conseguente riduzione della domanda di greggio ha iniziato a esercitare forti pressioni sullo stoccaggio e sulla logistica, con un effetto sostanziale sui prezzi, e ha favorito la volatilità”. Agenzia Nova