Mentana a Conte: non c’è la libertà di dire ‘ora va in onda quello che dico io’

“Noi non censuriamo, non si dica questo. Qui la libertà è assoluta ma non c’è la libertà di qualcuno di dire ‘ora va in onda quello che dico io’. Chiaro? La libertà è una cosa seria e noi preserviamo la nostra, nel rispetto di chi segue questo telegiornale e tutti gli altri telegiornali. Spero che venga preservata ancora, nonostante comunicati molto scomposti”.

Enrico Mentana rilancia. Il direttore del Tg La7 torna sul ‘conferenza gate’, con un intervento che fa riferimento all’ultimo comunicato di Palazzo Chigi. Tutto, come è noto, è legato alla conferenza tenuta il 10 aprile dal presidente del Consiglio. Nell’occasione, secondo Mentana, Giuseppe Conte si è concesso un “uso personalistico delle reti unificate con l’attacco alle figure dell’opposizione”, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Mentana, che è tornato sul tema anche con diversi post social, è stato accusato da diversi utenti di aver fatto da sponda a Salvini. In un lungo comunicato diffuso oggi, palazzo Chigi ha fatto riferimento anche ai giornalisti che “sono anche liberi di sostenere la singolare opinione secondo cui il presidente del Consiglio non dovrebbe smentire fake news e calunnie nel corso di una conferenza stampa rivolta al Paese”.

Mentana, nel tg serale, aggiunge un altro tassello. “Il presidente del Consiglio ha tutto il diritto di indirizzarsi al paese e ha gli strumenti per farlo. Se ha usato questa risorsa così spesso in questi giorni è perché siamo alle prese con un’emergenza importante. Credo sia giusto ascoltare quando ci sono notizie, provvedimenti, svolte da chi sta guidando il paese, ed è il premier. Ma non le polemiche politiche. Per cosa? Le fake news? La vicenda Mes, oltretutto, è molto controversa. Salvini e Meloni sono intervenuti in maniera molto dura e in qualche modo sguaiata e censurabile dal punto di vista del buon rapporto politico dopo l’accordo dell’Eurogruppo. Il premier poteva intervenire con un post, un comunicato o un’intervista per ristabilire la verità e tutti l’avremmo ripreso le parole con forza”.

Non c’è nessuna censura, perché quando palazzo Chigi chiede di intervenire, interviene. E nessuno censura“, dice Mentana. “Non può esser data la possibilità ad un capo del governo per intervenire su quello che vuole, quando vuole, perché questo non succede nella democrazia, diversa da tutti gli altri sistemi perché c’è l’opposizione, un elemento di equilibrio e pungolo. E quando sbaglia rafforza chi governa.

Per quanto riguarda il Mes, stiamo più dalla parte di Conte e ancor di più di Gualtieri che da quella di Salvini e Meloni“, dice rispondendo alle accuse di essere un “traditore, venduto, Cari odiatori, da questo telegiornale Salvini è stato criticato qui con questa voce su migranti, Ong, Carola Rackete, 25 aprile, censimento dei rom, sui 49 milioni, su Savoini e la Russia. Quando non era più ministro, sulla citofonata di Bologna. Su molte di queste cose, quelli che ora attaccano sono stati zitti o hanno approvato perché erano d’accordo o perché i loro beniamini erano alleati di governo”.

“Voglio ricordare che si è anche votato entusiasticamente per sottrarre Salvini ad un processo da parte di quella parte dell’elettorato, anche grazie all’expertise di un omonimo dell’attuale presidente del Consiglio, anche lui Conte, anche lui premier”. “Noi non censuriamo, non si dica questo. Qui la libertà è assoluta ma non c’è la libertà di qualcuno di dire ‘ora va in onda quello che dico io’. Chiaro? La libertà è una cosa seria e noi preserviamo la nostra, nel rispetto di chi segue questo telegiornale e tutti gli altri telegiornali. Spero che venga preservata ancora, nonostante comunicati molto scomposti”, conclude.

Già nel pomeriggio, in uno speciale del Tg, una prima replica al comunicato: “L’ultima parola la diamo a palazzo Chigi, se sono contenti loro… Non c’è stata conferenza a reti unificate, era solo su 2 reti Rai, 2 reti Mediaset, La7 e Sky Tg24. Il presidente del Consiglio fa sapere che ha parlato di Salvini e Meloni perché gli avrebbero fatto domande. Tanto valeva ne parlasse lui…”.  ADNKRONOS