Grecia: migranti abbattono 5000 ulivi a Lesbo

foto Makis Pavlelis, Tourkikanea

Dopo i filmati che mostravano gruppi di migranti che ignoravano le misure di allontanamento sociale e ridicolizzavano gli agenti di polizia che cercavano di farli rispettare per contenere il contagio da coronavirus, i migranti illegali del campo di Moria, sull’isola greca di Lesbo, hanno colpito di nuovo, abbattendo 5.000 ulivi.

Come riporta il Greek City Times , la distruzione di questi ulivi, che richiedono dai 65 agli 80 anni per raggiungere rese stabili, è considerata un assalto alla storia, alla cultura e all’identità greca, nonché un attacco contro l’economia locale dell’isola.

L’ulivo è uno dei simboli più onnipresenti in Grecia e nella classica civiltà occidentale. Tra le altre cose, per gli antichi greci, il ramo d’ulivo è il simbolo degli ideali olimpici. È per questo motivo che alle medaglie dei Giochi olimpici, vengono accompagnati i “kotinos” – ghirlande fatte di rami di ulivo. Per gli antichi greci, l’olivo era anche visto come un simbolo di pace, saggezza, fertilità e vittoria, e si credeva che fosse un dono di Atena, la dea greca della saggezza.

L’economia locale dell’isola soffrirà per molti anni a venire a causa della distruzione di questi ulivi secolari. Ogni anno, le esportazioni di olive contribuiscono per circa 650 milioni di euro all’economia nazionale della Grecia. L’abbattimento degli ulivi farà inevitabilmente aumentare le tensioni – che vanno avanti da mesi ormai – tra i residenti dell’isola e i migranti illegali

Il campo di immigrazione di Moria, che ospita circa la metà dei 50.000 clandestini che vivono a Lesbo, è una polveriera già da tempo.

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