“Questa crisi è la più dura e più violenta di sempre, anche perché non se ne conoscono gli sviluppi futuri”. Ad affermarlo è Enrico Letta, in una conference call organizzata da Muzinich & Co dal titolo “Quale Europa all’indomani della riunione dell’Eurogruppo”.
“Secondo me – ha proseguito – le risposte non possono essere quelle del passato e non sono tra quelli che si scandalizzano se c’è bisogno di più riunioni, di rinvii di ore o di giorni – ha puntualizzato in merito alla riunione non conclusa dell’Eurogruppo – tra il 2008 e il 2012 sono servite oltre 40 riunioni e in queste quattro settimane si è fatto più di allora in quattro anni. La Bce, dopo una prima gaffe, e la Commissione stanno rispondendo in modo efficace”.
“Lo scenario più prevedibile, dopo una negoziazione drammatica, sarà qualcosa come i coronabond, senza chiamarli in quel modo, ma con uguale obiettivo di sostenere l’economia reale”, aggiunge Letta a proposito di previsioni sull’esito dell’Eurogruppo. “Un analogo meccanismo – ha aggiunto – verrà usato per il Mes. Si creeranno cioè delle novità, partendo dall’esistente. O almeno io farei così, se stessi lavorando a cercare soluzioni. Certo i tempi non saranno brevissimi – ha concluso – ma tutti dobbiamo tifare per una soluzione europea”.
“Paghiamo oggi una scelta sbagliata fatta con il governo del centrosinistra nel 2001 per mettere all’angolo il centrodestra, con un eccesso di decentramento. Dovremmo correggere quell’impostazione, e non è una cosa semplice. Il superamento del Titolo V, mi aveva spinto a votare sì al referendum del 2016. Non mi lasciai trascinare dalle contingenze politiche su Renzi, e feci campagna per il sì. Bisognerà ora riprendere quel tema”, prosegue Letta parlando della Sanità e del suo decentramento. ansa