Sure, bluff della UE: non è aiuto ai disoccupati, ma altro debito!

È un grande bluff – –  di Stefano Fassina – – E’ diventata propagantistica la comunicazione della Commissione europea. Stamattina, nel suo intervento su La Repubblica, la Presidente Von der Leyen ha illustrato la grande solidarietà europea a fondamento del Sure, il programma progettato da Bruxelles per il sostegno al reddito di lavoratrici e lavoratori degli Stati Ue più colpiti dal Coronavirus.

[su_heading size=”16″ align=”left”]La Presidente si è dimenticata di ricordare che le risorse eventualmente trasferite allo Stato richiedente sono un prestito, quindi debito pubblico aggiuntivo, da ripagare. [/su_heading]

Nella celebrazione, è stato anche omesso che ciascuno Stato dell’Ue deve dare garanzie irrevocabili, liquide e immediatamente esigibili alla Commissione affinché la Commissione possa emettere sul mercato i titoli necessari a raccogliere le risorse da prestare agli Stati in difficoltà. Nella narrazione, è poi saltato che la partecipazione al programma è su basi volontarie e che il programma parte soltanto quando tutti gli Stati membri mettono a disposizione della Commissione le garanzie necessarie.

Inoltre, l’astuta terminologia “fino a 100 miliardi” copre la possibilità di arrivare a un ammontare di risorse disponibili decisamente inferiore, poiché dipendente dalle garanzie volontariamente messe a disposizione da ciascuno degli Stati Ue e dai limiti annui di impegno contenuti nelle norme istitutive: per avere a disposizione 100 miliardi da distribuire, sono necessarie garanzie per 25 miliardi; il massimo utilizzo complessivo annuo, per tutti gli Stati richiedenti, può essere soltanto il 10% delle risorse mobilizzabili dal Fondo.

Infine, non è stato chiarito che i tempi per l’attuazione del programma, date le difficoltà finanziarie di ciascun Paese membro, la richiesta unanimità nella messa a disposizione delle garanzie e le inevitabili procedure amministrative non sarebbero certamente rapidi.

In sintesi, per la fase più acuta della recessione e fino alla sua conclusione, potremo avere a disposizione, nello scenario ottimale ma altamente improbabile, qualche centinaio di milioni in prestito, sui quali risparmiare qualche milione di spesa per interessi, ma dopo aver impegnato 2 o 3 miliardi in garanzie “irrevocabili, liquide e immediatamente esigibili”.

Un affarone. Grazie Ms Von der Leyen! Torno a sottolineare che, se avessimo una banca centrale ordinaria, come la Fed, la BoI o la BoJ, ciascuno Stato potrebbe ottenere, subito e senza preliminare immobilizzo di garanzie, le risorse non solo necessarie, ma anche urgenti per il sostegno ai redditi delle famiglie.