Pronti come erano alla genuflessione davanti a Mario Monti e in odio a Silvio e Giulio. Dissero un giorno: “A noi basta solo Monti, tenetevi gli altri due, che ci fanno pure schifo”.
Adesso l’odio verso Berlusconi potrebbe aumentare, visto che non riescono a farlo fuori. Egli, dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere nel mondo dell’impresa e dello sport, ebbe l’ardire di scendere nel loro dominio fatto di riti vecchi e stantii, di conventicole dagli inconfessabili rapporti; dove il rosso e il bianco mimavano lotte virtuali, a beneficio dei gonzi; mentre loro si mangiavano fette del “Bel Paese”; in barba ai milioni di connazionali abituati a tirar la carretta da “mane a sera” e, vivaddio, a risparmiare come “santi vecchi”.
Guai osare un affronto così grave ai mesterianti della politica, quasi sempre incapaci di fare altro nella vita. Un affronto da lavare col disprezzo più crudo, con l’odio belluino del “homo homini lupus”. Stanno perdendo un’altra volta.
Quel Berlusconi, odiato dal profondo dei loro cuori, non è certo un campionissimo della politica; lui ha il gravissimo e incancellabile torto di aver profanato la loro “chiesa”, di aver stravolto i loro “riti”. Adesso, ha giocato anche il ruolo del Governo “tecnico”, quel maledetto di un Caimano.
Visto che gli stavano sputando in faccia quasi tutti, ha deciso di beccarsi pure lo scaracchio finale. Loro, tristi magliari della politica, saranno cancellati dalla storia. Lui, in grazia del loro odio, nella storia c’è già entrato. Senza esser un gran politico. Dopo gli errori sui quali ha messo ogni volta la faccia. Pagherà, ancora , quel ceto medio nutritosi della speranza che Silvio potesse cambiare l’Italia. Sono incorreggibili. Perciò vanno puniti. Ma cosa credevamo di essere, noi del ceto medio? Tutti “alla stanga”, una volta ancora, per nutrire i famelici divoratori del “Bel Paese”.
Guglielmo Donnini