“Non vorremmo che la confusione sui dati” dell’emergenza coronavirus “servisse a nascondere la responsabilità dei generali nella ‘Caporetto’ della sanità pubblica italiana“. Paola Pedrini, segretario della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) della Lombardia definisce “sempre più inattendibili” i numeri diffusi su Covid-19 ed esprime il timore che “traggano in inganno l’opinione pubblica”.
Pedrini guarda alla situazione attuale in Lombardia e nelle aree della regione più colpite. Uno dei temi al centro del dibattito in questi giorni riguarda gli accessi ai pronto soccorso che sembra stiano vivendo un alleggerimento della pressione, e i malati che restano a casa. “Il ragionamento è un altro – osserva Pedrini – Prima si facevano i tamponi solo ai ricoverati, da qualche giorno si fanno ai ricoverati e agli operatori sanitari sintomatici, che sono quasi tutti ovviamente positivi anche se con pochi sintomi. Questo ha creato un dato di positivi non ricoverati sul territorio che prima non esisteva, numeri falsi perché riferiti ai soli operatori sanitari e non alla popolazione intera“. “A questi numeri possiamo eventualmente aggiungere qualche tampone di controllo ancora positivo fatto ai dimessi convalescenti – spiega -. Ci chiediamo se chi gestisce i numeri è solo incompetente, se vive in un universo parallelo o se ci sta marciando“.
“Sta passando un messaggio sbagliato, veicolato anche da alcuni dirigenti delle aziende sanitarie: diminuiscono gli accessi al pronto soccorso, quindi la gente ha paura di andarci o i medici di famiglia li mandano troppo tardi. Chi di noi sta lavorando in prima linea non si può permettere il lusso della chiacchiera: è assolutamente chiaro che la gente ci andrebbe al volo in ospedale quando sta male, ma i servizi di emergenza urgenza non ce la fanno a garantire tutti i ricoveri perché posti comunque non ce ne sono: i letti non si liberano“, la riflessione di Pedrini.
Il camice bianco analizza la situazione che si sta vivendo nella regione, in particolare nelle province più colpite dai contagi, come Bergamo, e fa riferimento anche alle dichiarazioni del direttore generale dell’Asst Bergamo Ovest, Peter Assembergs, che ieri all”Aria che tira’ su La7 aveva parlato di un “confine pericoloso” e aveva spiegato che la gente ammalata “sta troppo a casa e aspetta perché ha paura” e “quando arriva da noi è già compromessa”. Pedrini fa invece notare che piuttosto il problema è che i posti letto negli ospedali faticano a liberarsi e questo potrebbe influire. E aggiunge anche che “è vero: la richiesta dei pazienti ai medici di famiglia, almeno in Lombardia, sembra si stia riducendo, ma siamo molto preoccupati che questa notizia tragga in inganno l’opinione pubblica”, conclude il numero uno dei medici di famiglia lombardi della Fimmg. adnkronos