Coronavirus, 110 Economisti italiani scrivono atto d’accusa contro Lagarde e von der Leyen

110 economisti italiani scrivono un vero e proprio J’accuse all’attuale classe dirigente, tecnocrate, europea. A detta loro incapace e fallace, incapace di capire cosa sta accadendo.

Ben 110 economisti provenienti dalle maggiori università italiane, hanno pubblicato su MicroMega una lettera aperta alla Banca centrale europea (Bce) ed all’Unione Europea, una lettera che non è solo un appello, ma anche un J’accuse “all’attuale classe dirigente europea”, che “neanche di fronte a un disastro è disposta a prendere atto che le idee che hanno guidato finora la politica economica sono profondamente sbagliate.”

“Questa classe dirigente pretende che tali idee interpretino il modo migliore di far funzionare i mercati, elevati a mitici giudici di ciò che è giusto e ciò che non lo è e di fatto sostituiti al processo democratico. Ma proprio la reazione dei mercati alle prime decisioni dei ministri finanziari e poi della Bce su come fronteggiare l’emergenza hanno sepolto sotto una valanga di vendite da panico la palese incomprensione della situazione da parte dei massimi dirigenti europei, costringendoli a frettolosi tentativi di riparazione.”

È contenuta in questo passaggio la profonda distanza che c’è, quindi, non solo tra una parte della politica italiana, ma anche di una parte degli economisti italiani nei confronti di chi oggi governa l’Unione Europea.

Una lettera che mette in luce, quindi, un disagio italiano nei confronti delle istituzioni europee che non è solo interpretato da una porzione della politica italiana a beneficio dei cittadini italiani delusi dall’Ue, ma che è ben presente anche in una parte degli accademici… quanto meno degli economisti italiani.
La fallacia delle loro teorie

Non usano mezzi termini i 110 economisti italiani, bollando come fallaci le teorie attuali dei “leader e tecnocrati” europei.

E accusano la leadership europea di aver sospeso le regole come il Patto di stabilità solo temporaneamente, sottointendendo che al termine dell’emergenza “riprenderanno ad operare pienamente”.

Il Mes salva nulla

Messo in discussione anche il Mes quale Fondo salva-Stati, il quale, affermano, “è rimasto ai margini degli annunci, a riprova che non è in grado di salvare nulla.”

“Si tratta in effetti solo di uno strumento di disciplina che gli Stati egemoni vogliono usare per imporre il loro dominio su quelli che cadano in difficoltà. Ne vogliono fare la chiave di accesso agli interventi della Bce, una chiave che sarebbe pagata con la ‘grecizzazione’ di chi incautamente vi facesse ricorso, ossia l’impoverimento del paese e la sua successiva spoliazione da parte delle economie più forti.”

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