Il passaggio chiave della lettera inviata al ministro dell’ Economia Roberto Gualtieri al vice presidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis è quello nel quale l’ esponente Pd si dice convinto che “aumentare il carico fiscale per coprire il costo del pacchetto di emergenza in questa fase potrebbe aggravare i rischi al ribasso per l’ economia italiana”.
In sostanza Gualtieri mette le mani avanti in vista di una prevedibile richiesta di Bruxelles: l’ Italia paghi gli interventi per l’ emergenza aumentando le tasse. Un incremento è già pronto ed è quello dell’ Iva previsto dalle clausole di salvaguardia che, a legislazione vigente, scatterà nel 2021. Permetterebbe di alleggerire il conto della prossima legge di Bilancio di 20 miliardi di euro e sarebbe in linea con la più classica delle raccomandazioni dell’ Unione europea all’ Italia: spostare la tassazione dal lavoro ai consumi. Peccato che gli aumenti dell’ Iva rischiano di affossare i consumi e l’ economia. È quello che scrive il Giornale in edicola sabato 7 marzo.
[su_heading size=”16″ align=”left”]Ma tra le suggestioni circolate c’ è anche quella di una virus tax. Intervento una tantum come potrebbe essere una patrimoniale, che non è estranea al Dna della maggioranza di governo.[/su_heading]
Oppure come prelievo sui redditi come l’ eurotassa varata dal governo Prodi nel 1998. Sacrificio proporzionale al reddito per salvare il principio della progressività. Un sacrificio dei più ricchi nei mesi scorsi non è stato escluso nemmeno dal ministro Gualtieri durante il dibattito sulla riforma fiscale. Proprio la rimodulazione delle aliquote Irpef che dovrebbero animare la fase due del governo Conte rischia di diventare la vittima predestinata della crisi da coronavirus. Le misure del decreto in corso di scrittura sono tutte di spesa corrente. La leva fiscale non fa chiaramente parte della ricetta per l’ emergenza (a parte il rinvio dei pagamenti). Ma nemmeno di quelle per il rilancio dell’ economia. liberoquotidiano.it