Tra il 2015 e il 2018, le navi delle Ong hanno salvato oltre 118.000 persone in difficoltà nel Mediterraneo centrale. Sono i dati contenuti nel rapporto “Punire la compassione: solidarietà sotto processo nella Fortezza europea”, promosso da Amnesty International e presentato alla Stampa estera.
“Le navi delle Ong che salvano rifugiati e migranti – afferma il Rapporto – sono probabilmente diventate il simbolo più visibile della solidarietà verso le persone in fuga da guerre, persecuzioni e povertà. Visto il loro successo nel salvare vite umane e la visibilità e le potenti immagini delle loro operazioni, sono state oggetto di tentativi da parte delle autorità di limitare e punire le loro attività nonché oggetto di aggressive campagne di diffamazione e di denigrazione da parte di politici, rappresentanti delle istituzioni, commentatori e gruppi anti-immigrazione”.
Alla fine del 2016, 13 navi e un paio di velivoli di sorveglianza erano stati messi a disposizione da alcune Ong, tra cui Medici Senza Frontiere (MSF), Save the Children, l’organizzazione spagnola Proactiva Open Arms, la francese SOS Mediterranée e diverse Ong tedesche come Sea-Watch, Jugend Rettet e Sea Eye3. Altre organizzazioni si sono unite negli anni successivi”. “Il numero di navi di soccorso è stato da allora fluttuante – prosegue -, con alcune operazioni che venivano interrotte o sostituite a causa di decisioni operative o a seguito di indagini penali che coinvolgevano il loro sequestro e con alcune navi nuove che iniziavano le loro operazioni successivamente, come la nave italiana dell’Ong Mediterranea”.
Alla luce di questa realtà Amnesty chiede all’Italia di “abrogare le disposizioni sui ‘porti chiusi’ Legge 77/2019 e modificare come necessario, il Testo unico sull’immigrazione (Legge 286/1998), anche abolendo l’articolo 11ter recentemente introdotto e qualsiasi altra disposizione correlata nel Testo unico sull’immigrazione e nel Codice di Procedura Penale”.
Il Rapporto presentato alla stampa estera contiene altre due raccomandazioni nei confronti dell’Italia: “ritirare il Codice di condotta imposto alle Ong di soccorso, che limita ingiustamente la loro capacità di salvare vite umane in mare e viene utilizzato per criminalizzarle; modificare la legislazione per garantire che l’ingresso irregolare nel territorio dello Stato non sia trattato come un reato”.(ANSAmed).
Amnesty International è uno dei più grandi ostacoli ai diritti umani in tutta la Terra