Riscaldamento globale, il geologo Crescenti: “L’Onu manipola i dati”

di Pietro Senaldi

L’ anno scorso 15 professori universitari italiani hanno sottoscritto una petizione che invitava a non cadere nella trappola dei deliri ambientalisti, in base ai quali il surriscaldamento del pianeta dipenderebbe soprattutto dall’ inquinamento creato dall’ uomo. In pochi mesi la petizione ha raccolto oltre ottocento adesioni di scienziati di 18 Paesi. Essa è stata inviata al Quirinale, al governo e al Vaticano, ma nessuno ha voluto ricevere i suoi autori. La politica preferisce parlare di ambiente con Greta, che non va più neppure a scuola e si atteggia da santona, piuttosto che con chi da decenni studia il clima. E poi magari a Roma c’ è chi ha il coraggio di dire che investiamo poco nell’ Istruzione.

Abbiamo parlato con tre professori firmatari della petizione. Il geologo Uberto Crescenti, già magnifico rettore a Chieti e Pescara, il climatologo Nicola Scafetta, dell’ Università di Napoli, e Francesco Battaglia, chimico dell’ Università di Modena.
Sono da anni impegnati a riportare il dibattito sull’ ambiente su un piano scientifico, libero dalle isterie di massa sollecitate da alta finanza e multinazionali, che cavalcano il tema del surriscaldamento del pianeta per monetizzarlo.

Lo schema è chiaro: diffondere il panico sul cambiamento climatico, legarlo all’ azione umana con studi finanziati allo scopo, far delegittimare dai media gli scienziati che la pensano diversamente e poi cavalcare i timori del popolo bue, facendoci affari sopra e mettendogli le mani in tasca.

Intervista

Professor Crescenti, perché ha firmato la petizione contro il catastrofismo ambientale?
«Negli ultimi decenni i mass media in tema di clima hanno dato ampio risalto alle opinioni dei catastrofisti, secondo i quali il mondo è destinato alla distruzione se non si attueranno politiche per limitare l’ aumento della temperatura terrestre.
Nel 1999 la Repubblica titolava che a causa del surriscaldamento il nostro pianeta aveva dieci anni di vita. Ebbene, siamo ancora qui».

Eppure il catastrofismo ha molti seguaci. Perché?
«Lo ha spiegato l’ economista Enzo Gerelli: è freudiano, la gente crede al catastrofismo perché l’ idea cementa e produce solidarietà».

A lei invece agita?
«I catastrofisti sostengono che l’ aumento della temperatura vada limitato al massimo a due gradi, per evitare l’ immane catastrofe, ma in passato ci sono state fasi più calde dell’ attuale senza che si sia verificata la fine del mondo. Centomila anni fa in Inghilterra vivevano ippopotami, elefanti, leoni e scimmie. Nel Medioevo la temperatura era superiore di almeno 2-3 gradi rispetto a oggi. Questi dati storici sono sistematicamente ignorati dai catastrofisti».

Da cosa è causato il riscaldamento del pianeta?
«Non si hanno dati certi. Il sole è la causa principale mentre non lo è la anidride carbonica. Non c’ è correlazione tra l’ aumento di questo gas nell’ atmosfera causato dall’ uomo e la variazione di temperatura».

Il catastrofismo però ha tra i suoi adepti anche molti scienziati. Perché?
«L’ economia verde è un business mondiale. L’ alta finanza ci ha scommesso e se sei un ricercatore allineato ottieni finanziamenti, altrimenti è difficile anche diffondere le tue opinioni. Gli ambientalisti cercano di impedire i nostri congressi. A volte ci è voluta perfino la polizia per allontanarli».

Sono accuse pesanti…
«Legga il libro di Mario Giaccio “Climatismo, una nuova ideologia”, è essenziale per capire gli enormi interessi che ruotano attorno al cambiamento climatico».

Come è stata accolta la vostra petizione?
«Nel mondo ci sono ottocento scienziati che l’ hanno sottoscritta ed è diventata la Petizione dell’ Europa sul Clima dal titolo: “Non c’ è emergenza climatica”. L’ abbiamo indirizzata pure al Quirinale e a vari ministri».

Avete avuto risposta?
«Solo il Colle ha risposto, dicendo che per i troppi impegni non poteva riceverci. Non ho potuto fare a meno di replicare che il presidente aveva avuto il tempo per incontrare Greta, non esperta di clima, mentre non trovava il tempo di ricevere professori universitari».

Che morale ne trae?
«Non si tiene conto della scienza ma di iniziative legate a ideologie senza fondamenti scientifici. Suggestioni e politica pesano più di dati e statistiche. Si vuol far credere che il 99% degli scienziati attribuiscono all’ uomo la responsabilità del cambiamento climatico, ma in realtà non sono più del 40%».

Davvero?
«È stato provato che ricercatori collegati all’ Onu taroccavano i dati per renderli utili alle loro idee. Il Climagate è stato lo scandalo scientifico più grave del secolo».

di Pietro Senaldi –  www.liberoquotidiano.it