Sanità Lazio, non dite a Greta che Zingaretti mette la plastica in ospedale

di IVO CAMICIOLI – 7 Colli – Dopo le divise trasparenti ecco le lenzuola di plastica. Negli ospedali del Lazio il disagio per il nuovo servizio “lavanolo” è sempre maggiore. Si tratta della gara di appalto per la fornitura delle divise e della biancheria per le strutture sanitarie del Lazio. Una gara al massimo ribasso aggiudicata di recente ad un importo inferiore del 49% rispetto alla base d’asta. Cosa ci si poteva aspettare? La qualità del servizio è notevolmente peggiorata.

La biancheria di plastica – Ma andiamo con ordine. La biancheria è un elemento importante non solo per il comfort alberghiero, ma anche per gli aspetti legati all’igiene e alla prevenzione delle lesioni da pressione.

Plastica – Con l’introduzione della biancheria cosiddetta “innovativa” vengono fornite lenzuola e federe di tessuto in parte sintetico (poliestere al 48%). La consistenza è tale che sembrano trasparenti.

I pazienti si lamentano perché fanno sudare, mentre gli operatori devono fare i salti mortali per preparare i letti visto che sono troppo corte e dopo il primo lavaggio non arrivano a coprire il materasso.
Per i pazienti allettati, al disagio del tessuto, si sommano i cattivi odori e il rischio di insorgenza di lesioni da pressione. Queste sono dovute alla qualità del tessuto della biancheria, ma anche alle “nuove” tele cerate che non si fissano sotto il materasso e, spostandosi, creano pericolose ripiegature.

Anche il rischio infettivo è aumentato perché il tessuto sintetico richiama la polvere e non è traspirante. Le federe sono sottilissime e sembrano dei copricuscini. Sono anch’esse di tessuto sintetico e, per dirla alla romana, ci si fa la schiuma.

I materassi? Non ne parliamo. Sono privi di copertura, i pazienti hanno la sensazione di dormire direttamente sul tessuto blu del materasso. Non va meglio per le coperte che sono totalmente sintetiche: calde se fa caldo, fredde se fa freddo.

Non lo dite a Greta – Analizziamo ora il servizio. Per ridurre i costi del 49% non bastava introdurre le lenzuola di plastica, occorreva anche tagliare sull’organizzazione del servizio stesso. La biancheria infatti non viene stirata. Arriva nei reparti “appalloccata” in sacchi che sembrano quelli dell’usato. Il ritiro si effettua in sacchi indifferenziati con forti dubbi sulla qualità del servizio di igienizzazione. Le forniture sono inoltre tardive e insufficienti mettendo in seria difficoltà gli operatori.

Un vero disastro. Le proteste sono all’ordine del giorno. Gli operatori devono inventarsi le storie più fantasiose per far credere ai pazienti che si tratti di un’innovazione “migliorativa”. Non si potevano lasciare le vecchie lenzuola di cotone, i coprimaterassi e le coperte di lana? Se queste sono le “innovazioni” sarebbe meglio tornare alle soluzioni classiche.

Ma Zingaretti deve far quadrare i conti ed ecco in che condizioni ha ridotto il Servizio Sanitario della nostra Regione. Quali sono i risparmi reali delle gare al maggior ribasso? Sono risparmi aleatori. Spenderemo di più per l’aumento del rischio di infezioni e per i contenziosi che inevitabilmente si produrranno. Per non parlare poi della tanto sbandierata qualità percepita dei pazienti di cui all’atto pratico, tutti se ne infischiano.

E infine vorrei fare un richiamo anche alle tematiche ambientali. Ma il poliestere di cui sono composti i tessuti delle lenzuola non è un derivato del petrolio simile al materiale delle micidiali bottigliette di plastica? Sembrerebbe proprio di sì.

Con la solita ipocrisia tipica di una certa sinistra si difende l’ambiente a chiacchiere ma poi per sistemare i conti della disastrata sanità laziale ci rifilano le lenzuola di plastica. Speriamo solo che Greta non debba mai ricoverarsi in un ospedale della Capitale.

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