Sottrazione e trattenimento di neonata all’estero “a norma di Legge”. Con il precedente creato in Italia in un caso dalla dinamica molto peculiare e “subdola” si sono create le premesse nel nostro Paese e più in generale in tutta l’UE per poter “di fatto” sottrarre e/o trattenere all’estero i minori binazionali italiani e renderli “orfani di genitore vivente”, ovviamente quello italiano. Tutto ciò grazie in primis a Tribunali italiani molto “distrattti” in ambito difesa dei sacri Diritti dei minori
Il precedente della famiglia VINCIONI
La residenza abituale rappresenta il nuovo principio giuridico con cui esportare i bambini italiani e in base al quale obbligare il genitore italiano rimasto solo a trasferire e più precisamente “regalare” il proprio patrimonio alle casse straniere.
L’”autorazzismo” dello Stato italiano, delle sue istituzioni e della sua magistratura, si è palesato ancora una volta, creando ora anche un pericoloso precedente con il caso della famiglia Vincioni e della figlioletta.
Sulla base delle sentenze emesse nel caso Vincioni dai tribunali italiani in tutti i gradi di giudizio, si può affermare che:
Per i cittadini stranieri che giungono in Italia esiste ora una via del tutto legale per farsi mantenere all’estero con i soldi italiani.
Qualsiasi cittadino/a straniero/a può infatti venire in Italia, unirsi ad un/a cittadino/a italiano/a, concepire un figlio che verrà partorito all’estero per avere la garanzia – attribuita e tutelata dai giudici italiani – di ricevere un assegno di mantenimento per almeno i 18 anni seguenti. Il figlio quasi certamente crescerà all’estero, non parlerà italiano, né avrà contatti con la famiglia italiana (se non rarissimi e nelle peggiori condizioni), ma da quest’ultima dovrà essere mantenuto. Tutto ciò con il supporto della magistratura italiana che all’occorrenza si attiverà anche per via penale, con velocità mai vista nei procedimenti interni, per costringere il genitore italiano a continuare a pagare.
Per non lasciare nessuna possibilità di elusione a questo obbligo, il cittadino italiano è ormai anche nell’impossibilità di ottenere o rinnovare il proprio passaporto. Una sorta di obbligo di dimora anche in mancanza di condanna giuridica che si applica ormai ad ogni genitore italiano con figli all’estero.
Tutto questo non ce lo ha chiesto nessuno, è lo Stato italiano che ha preso e sta percorrendo a gran velocità questa strada.
Il caso di Emilio Vincioni è l’applicazione pratica di questa realtà giuridica.
Sposato e residente in Italia con la moglie, quando quest’ultima esprime, nell’ultimo mese di gravidanza, il desiderio di andare a partorire nel proprio paese di origine per avere la vicinanza dei propri familiari, egli accetta, dimostrando estrema comprensione per questo desiderio più che legittimo.
Tra tentennamenti e partenze rimandate, lei decide unilateralmente di non tornare più e trattenere la bambina all’estero. Non esistono denunce, né di abusi, né di violenze, semplicemente la giovane mamma e sposa ha cambiato idea.
Emilio Vincioni si vede dunque costretto a chiedere il rimpatrio della bambina e si rivolge al giudice del luogo di residenza abituale, quello naturalmente competente, quando la bimba aveva appena pochi mesi di vita.
In questo momento inizia a realizzarsi l’assurdità giuridica del nostro paese: il giudice italiano ritiene incredibilmente e superficialmente che, essendo la bambina nata all’estero, quello è il suo paese di “residenza abituale”, il suo “centro degli interessi”. Questa decisione impedisce al giudice estero di rimandare in Italia la bambina (mentre si evince dagli atti che avrebbe voluto decretare il rimpatrio) ed influenza molto pesantemente tutte le decisioni dei successivi gradi di giudizio.
In questo modo i bambini italiani stanno diventando, di fatto, merce d’esportazione, una perversa ed a questo punto non sappiamo quanto involontaria forma di “Made in Italy”!
La vicenda è approdata sino alla Corte di Giustizia Europea nel 2017 dove il Ministero degli Esteri, benchè fosse al corrente della dolorosa vicenda già da tempo, ha deciso di non costituirsi per difendere il nostro concittadino e sua figlia, mentre lo stato di origine della moglie lo ha fatto… ma il paradosso deve ancora arrivare,,, persino il Regno Unito, consapevole dell’importanza della causa, si è costituito a favore del Signor Vincioni, perorando cioè le sue tesi; inaccettabile che il Vincioni si sia visto “orfano dell’Italia” anche in quella sede! La conseguenza diretta di questo clamoroso precedente è che tutti i minori dell’Unione Europea invischiati in una dinamica simile, potranno essere trattenuti all’estero da uno dei due genitori, basta solo partorirli all’estero anche se la famiglia viveva stabilmente in un altro paese, questo è inaccettabile e va denunciato pubblicamente, anche per “mettere in guardia” altri genitori che si trovino in situazioni simili.
Il “sistema” Italia, non pago di ciò, come accennato sopra, ha di fatto negato al nostro connazionale l’emissione del Passaporto personale per oltre un anno e qui la vicenda assume connotazioni veramente Kafkiane, tutto questo perchè una folle Legge tutta italiana attribuisce alla consorte del Vincioni, colei che, di fatto, ha rubato ad una bambina italiana l’amore e la vicinanza di un padre, rinviata a giudizio per sottrazione internazionale di minore, a questa persona, si concede la facoltà di negare il rinnovo del documento personale di persona adulta al nostro connazionale con la motivazione della “tutela della minore”! Ovviamente in ambito UE solo in Italia esiste una Legge del genere, autolesionista per non dire di peggio…
In Italia siamo evidentemente “autorazzisti”, visto che concediamo a chi di fatto “sequestra” i nostri figli all’estero anche il Gratuito Patrocinio pagato con le nostre tasse mentre i nostri connazionali non hanno alcun aiuto economico in queste vicende! Dov’è lo Stato??
Oggi Emilio Vincioni è condannato a pagare un mantenimento superiore allo stipendio medio del paese estero in cui si trova la figlia, ha una figlia che parla un’altra lingua, non può esercitare i suoi diritti di padre (di fatto questo esercizio gli è stato tolto semplicemente dalla lontananza e non per manchevolezze) ed è al momento stato persino ingiustificatamente spogliato dell’affidamento di sua figlia da sentenze non rispettose di ogni Legge nazionale o Regolamento europeo in tal senso che vede di base sempre e comunque l’affidamento condiviso come “faro”.
Purtroppo troppo spesso i media danno spazio solo a storie “lacrimevoli” e solo per il breve attimo in cui rappresentano casi di cronaca, poi viene tutto dimenticato e ognuno viene consolato con un “la Farnesina segue il caso con attenzione”, mentre siamo di fronte ad intere famiglie rovinate, sia affettivamente che economicamente. Siamo di fronte a genitori che, se ancora lavorano, devono trasferire ingenti somme all’estero, oppure cadono nella disperazione e non producono più neppure reddito. Siamo di fronte a bambini italiani che di italiano avranno solo visto l’assegno mensile, siamo infine di fronte ad una magistratura ed una classe politica che, secondo un’opinione sempre più diffusa, si è organizzata per colpire il cittadino italiano (affidi quasi sistematici al genitore straniero, importi di mantenimento esorbitanti se destinati all’estero, spese legali di chi chiede di mandare i bambini all’estero sostenute dal contribuente italiano con il gratuito patrocinio, negazione del passaporto, ecc…).
I cittadini italiani sperano che anche su questi temi venga fatta chiarezza, si cambino le norme, gli atteggiamenti ed i comportamenti, sia politici che giuridici.
La figlia di Emilio Vincioni è la figlia di tutti noi e non potevamo non dargli voce visto che questo “papà coraggio” lotta da quattro anni per difendere i Diritti di sua figlia abusati da mezza Europa, in primis tristemente dal nostro paese.
Riteniamo doveroso concludere riprendendo la parte finale di un articolo uscito qualche tempo fa che riporta le amare parole di questo padre:
”Ho riflettuto moltissimo su quanto accadutomi in questi due anni e mezzo e sono arrivato alla conclusione che, sommando i fatti, non credo che il tutto sia casuale. Credo che io e mia figlia siamo vittime della precisa volontà di creare un’Europa in cui la famiglia “tradizionale”, che lega e crea radici, sia nemica, appunto, di quest’Europa che ci vuole apolidi e sradicati, dunque meglio “gestibili”. La famiglia ideale evidentemente oggi è quella GLBT che quantomeno rischia di vedersi meglio tutelati i propri diritti. La famiglia “tradizionale” sembra aver perso ogni rilevanza. A mio avviso, stiamo creando le premesse per una dissoluzione generalizzata.”