Barra Caracciolo, Maddalena, Mori, Scardovelli – I Trattati europei sono incompatibili con la Costituzione, questa è l’opinione di molti fra i giuristi italiani più autorevoli.
Il pareggio di bilancio, recentemente entrato nell’articolo 81 della nostra Carta costituzionale, è incompatibile con i principi indicati nella Costituzione economica, e dunque contrario all’articolo 139 della Costituzione nella misura in cui rende impossibile l’applicazione dei principi keynesiani in materia di economia. Ricordiamo che le leggi di revisione costituzionale, strumento con cui l’art. 81 è stato modificato, sono di rango inferiore alla Costituzione primigenia, quindi annullabili dalla Corte Costituzionale.
Secondo i principi economici di stampo keynesiano, recepiti dalla Costituzione, lo Stato deve poter intervenire nell’economia per sostenere il lavoro e le imprese. Al contrario, i Trattati europei si basano sulla forte competizione e vietano l’intervento dello Stato nell’economia, sul presupposto che una presunta mano invisibile, il libero mercato, nel lungo periodo metterà tutto in equilibrio. In realtà abbiamo visto come questa impostazione, lungi dall’ottenere i risultati dichiarati, sia soltanto causa di un’enorme ingiustizia sociale in continua crescita. D’altronde, i nostri Padri costituenti sapevano bene che il conflitto sociale, alla fine, porta inevitabilmente alla guerra.
Quali soluzioni concrete abbiamo per uscire da questa terribile situazione?
Montaggio dialettico realizzato dal Team di ricerca UniAleph