Scandalo parcheggi: segretario di Nardella indagato per corruzione elettorale. Quattro voti alle elezioni in cambio di due biglietti (introvabili) per il concerto dei Thegiornalisti. O due biglietti per un live, sold out, del rapper Gemitaiz in cambio della promessa di annullare tutte le contravvenzioni future e di procurare qualunque permesso. C’è anche un “filone biglietti”, tra le pieghe dell’inchiesta “Free parking” con cui la procura e la polizia municipale di Firenze hanno smantellato un nutrito gruppo di parcheggiatori abusivi e i loro presunti referenti all’interno della Sas.
Un filone che vede al proprio centro il principale indagato, Nicola Raimondo, il “capo” dei vigilini della Sas finito ieri in manette e che contempla “peccatucci” tutto sommato veniali, rispetto ad altre contestazioni mosse ai 12 arrestati su disposizione del gip di Firenze. Ma da cui sbuca anche un nome molto vicino al sindaco di Firenze Dario Nardella.
Si tratta di Jacopo Vicini, 33 anni, funzionario comunale che fa parte dell’Ufficio Segreteria del primo cittadino e ne cura le relazioni politico-istituzionali. E che qualche anno fa, quando lavorava negli uffici dell’Assessorato allo sport come funzionario della segreteria, rimase invischiato nell’inchiesta “Piscinopoli”.
Oggi Vicini è a processo per quella vicenda che ipotizza la turbativa d’asta (presunti favori nell’assegnazione dell’affidamento in gestione di due piscine comunali) e fa parte della “task force”, voluta dal sindaco lo scorso ottobre, che lavora gomito a gomito con Rocco Commisso e i suoi uomini per la realizzazione del nuovo stadio.
Nell’inchiesta “Free Parking”, l’episodio che gli viene contestato e per cui è finito indagato per “corruzione elettorale” (si tratta ovviamente di accuse ancora tutte da provare) risale al 23 ottobre 2018, quando Vicini viene a conoscenza del fatto che uno dei controllori Sas arrestato, vuole assistere al concerto, già sold out, della ex band di Tommaso Paradiso, i Thegiornalisti.
Vicini, secondo l’accusa, avrebbe offerto e poi concretamente procurato al controllore i due agognati biglietti. Per tramite, sempre secondo l’accusa, di Nicola Raimondo. In cambio, il fan della band romana avrebbe promesso 4 voti (il suo e quello di tre familiari) a Vicini stesso. Vicini è stato anche perquisito ma non sottoposto a misure cautelari e, a livello giudiziario, pare che la sua posizione sia considerata tutto sommato marginale dagli inquirenti. A livello politico, però, in Palazzo Vecchio si registra più di un imbarazzo.