7 miliardi di euro: è questo il deficit tra i contributi versati dall’Italia all’Unione europea e i fondi ricevuti in cambio da Bruxelles per programmi di coesione, contributi a programmi sponsorizzati direttamente dall’istituzione comunitaria e investimenti della Politica agricola comune (Pac). A certificarlo la Corte dei Conti nella recente “Relazione annuale 2019 – I rapporti finanziari con l’Unione europea e l’utilizzazione dei fondi comunitari”, relativa all’anno 2018, approvata dalla Sezione di controllo per gli Affari comunitari e internazionali dell’istituto di Viale Mazzini con la delibera numero 16/2019, in cui sono passati al setaccio i flussi finanziari in entrata e in uscita e le tipologie di risorse che hanno alimentato il bilancio europeo.
La conclusione non è certamente fraintendibile, come fa notare Agenzia Nova: “nel 2018 l’Italia ha versato all’Unione, a titolo di risorse proprie, la complessiva somma di 17 miliardi (+23,1 per cento rispetto all’anno precedente), mentre l’Unione ha accreditato complessivamente al nostro Paese nel 2018 la somma di 10,1 miliardi, con una significativa forbice tra contributi ed accrediti. Il saldo netto negativo si accentua quindi sensibilmente e ciò accade nonostante si registri un aumento sensibile degli accrediti (+6,5 per cento) rispetto al precedente esercizio, in cui l’importo delle assegnazioni era pari a 9,5 miliardi in termini assoluti”.
L’Italia si conferma ai primi posti nella classifica dei contributori netti dell’Unione. […]
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E ci chiamano pure fascisti!