Marocchina scomparsa nel Padovano, marito indagato per omicidio

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Samira, il marito della donna scomparsa a Stanghella è indagato per omicidio. Possibile svolta nelle indagini sulla scomparsa di Samira El Attar, la donna di 43 anni sparita nel nulla la mattina del 21 ottobre da Stanghella (Padova), dopo aver accompagnato la figlioletta all’asilo e aver fatto visita a una vicina. Gli inquirenti avrebbero accantonato le altre ipotesi (tra cui l’allontanamento volontario, il sequestro di persona e l’incidente stradale) e iscritto sul registro degli indagati indagati il marito della donna, Mohammed Barbri, con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere. Le indagini puntano dunque in una direzione precisa: Samira sarebbe stata uccisa.

Il marito della donna si è sempre dichiarato innocente, ma in questi due mesi la sua figura è stata al centro di molti sospetti. Il 9 dicembre scorso Babri ha allertato i carabinieri riferendo di aver ritrovato uno stivaletto appartenente a Samira lungo la statale 16, a poca distanza da casa. L’uomo avrebbe fatto recuperare anche un portachiavi della donna nascosto tra l’erba. Da questi pochi elementi il suo atteggiamento sembrerebbe collaborativo, ma i punti su cui bisognerà far chiarezza non mancano.
La scomparsa della donna denunciata solo 24 ore dopo

Perché ad esempio Babri ha denunciato la scomparsa della moglie solo la mattina del 22 ottobre, quasi ventiquattro ore dopo l’ultimo avvistamento della donna? L’uomo ha sempre sostenuto che Samira gli avesse riferito di aver trovato un nuovo lavoro come badante e che per questo spesso di notte non rientrava a casa. Dunque si sarebbe preoccupato solo non vedendola rincasare il martedì. Una versione smentita da una conoscente della donna, a cui Samira avrebbe confidato di essere disoccupata e di non aver ricevuto offerte di lavoro.

Anche l’alibi di Mohammed è tutto da provare. L’uomo ha sempre detto che la mattina della scomparsa era al lavoro nei campi a qualche centinaio di metri dall’abitazione della coppia. A suo dire stava raccogliendo dei rami per bruciarli, elemento parzialmente confermato da un cacciatore. Quest’ultimo ha riferito di aver scorto una sagoma intenta a preparare un falò, ma non è certo del giorno né può dire con certezza se si trattasse proprio del marocchino. Dubbi a cui dovranno rispondere gli inquirenti. Le indagini sono solo all’inizio.

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