Inchiesta su debiti fiscali “di famiglia”, Conte minaccia ‘Il Tempo’

Il presidente del Consiglio è indemoniato contro Il Tempo e manda il suo portavoce a minacciare il quotidiano di Franco Bechis (nella foto). Che “si permette” di fare il consueto lavoro d’inchiesta.

Direttore Bechis, perché Conte si è scatenato contro Il Tempo?
“Il presidente del Consiglio si è irritato come è ovviamente suo diritto per una inchiesta del Tempo sui debiti fiscali delle aziende di famiglia della sua fidanzata Olivia Paladino. Dai bilanci di quelle aziende emerge che rischiavano la chiusura per la mole di cartelle fiscali per tasse mai pagate negli anni. Ma in extremis se la sono cavata grazie al decreto fiscale varato nell’ottobre 2018 a prima firma Giuseppe Conte. L’inchiesta è ritenuta diffamatoria dal premier che ha preannunciato una causa. Peró ha aggiunto: non la faccio ora, che sono troppo potente. Ma sarà la prima che faró appena vado via da palazzo Chigi”.

Vi siete impauriti?

“Impaurito non potrei, perchè faccio questo mestiere da 30 anni anche con inchieste che fanno arrabbiare. C’è chi minaccia causa e non la fa, chi non la minaccia e la fa e ci si affronta in tribunale. Ho sempre documentazione a supporto, e quindi a un eventuale processo sarei in grado di dare battaglia. Ma non sono io il problema. Quella reazione di Conte non minaccia me, ma la testata di cui sono pro tempore direttore. Se querelasse subito me, andremmo davanti a un giudice che direbbe se quel che ho scritto è vero o falso e se il modo di scriverlo è stato misurato o eccessivo. Sono certo che entrambi i giudizi darebbero atto di un lavoro corretto.

Conte minaccia di chiedere soldi per intimorire Il Tempo

Dire invece faró causa fra mesi o anni significa che Conte non sta cercando questo tipo di giudizio, perchè il processo penale non sarebbe possibile passati i 90 giorni dalla pubblicazione dell’articolo. Quindi sta minacciando al giornale una causa per avere un risarcimento patrimoniale di non so quanti soldi. E così mette sotto scacco la testata, che potrebbe essere intimorita dalla prospettiva e non più libera di criticare Conte e il suo governo, perché lui in una causa civile aggiungerebbe ogni critica per chiedere più soldi. In questo modo intimorisce la testata”.

Perché non chiedete all’ordine dei giornalisti di anticipare la querela a futura memoria del premier che intimidisce?

“Temo che l’ordine dei giornalisti possa fare poco. Peró puó fare presente al premier che questo modo di fare non è un atto di cavalleria, ma una minaccia alla libertà di stampa. Oltretutto dire che querelare oggi lo metterebbe in vantaggio con il giornalista perché lui è un uomo potente è giudizio negativo pesantissimo verso l’indipendenza della magistratura, che per prima dovrebbe protestare per questo giudizio del capo del governo”.
Il premier è troppo insofferente, vuole solo applausi

Qual è l’insegnamento che si deve trarre da questo comportamento del presidente del consiglio?

“Conte è troppo abituato agli applausi anche di gran parte della stampa. Ed è insofferente a chiunque si discosti dalla agiografia. Un uomo che concentra tanto potere nelle sue mani deve abituarsi al controcanto. Poi ripeto: invece di ripetere slogan a vuoto, lasci perdere l’avvocato del popolo. Faccia uno qualunque del popolo, reagisca come potrebbe fare qualsiasi cittadino. Se si sente diffamato, quereli me e chiunque altro subito. E vediamo se quelle scritte sono bugie o verità”

Francesco Storace

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