E’ un ‘regalo’ da 42,9 miliardi di euro quello che il fisco italiano troverà sotto l’albero di Natale grazie ai contribuenti italiani che in questi giorni sono chiamati a onorare un elevato numero di scadenze fiscali da far tremare i polsi. A fare il calcolo è l’Ufficio studi della Cgia, ricordando come entro lunedì prossimo dal saldo dell’Imu-Tasi il fisco riceverà 9,6 miliardi, dal pagamento delle ritenute Irpef dei lavoratori dipendenti e dei collaboratori altri 13,6 miliardi e dal versamento dell’Iva ben 19,7 miliardi. Un dato complessivo, aggiunge la Cgia, che è comunque sottostimato, in quanto non tiene conto dell’eventuale pagamento dell’ultima rata della Tari che, in molti Comuni, avviene a dicembre.
A questo gettito di quasi 43 miliardi vanno poi aggiunti altri 11 miliardi di euro “prelevati” dalle tredicesime (dal valore lordo globale di circa 44 miliardi) che saranno liquidate in queste settimane. Versamento che, comunque, sarà effettuato dal sostituto di imposta (ovvero il datore di lavoro) per conto dei lavoratori dipendenti e dall’Inps per i pensionati.
Il segretario della Cgia, Renato Mason sottolinea come “negli ultimi anni, un carico tributario eccessivo e una platea di servizi erogati dall’Amministrazione pubblica in flessione sia in termini di qualità che di quantità, hanno contribuito sensibilmente alla contrazione della domanda interna e degli investimenti. Alle piccole e piccolissime imprese, l’effetto combinato delle troppe tasse, del calo dei consumi delle famiglie e della contrazione dei prestiti bancari ha procurato squilibri finanziari tali da costringere tantissimi artigiani e piccoli commercianti a chiudere definitivamente l’attività”.
Peraltro – si sottolinea – la coincidenza di fine anno con questa ondata di tasse, avrà anche quest’anno degli effetti negativi sui consumi di Natale. “Se la spesa natalizia registrata l’anno scorso ha sfiorato i 10 miliardi di euro – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – va ricordato che negli ultimi 10 anni è crollata del 30 per cento“.
“Questa contrazione – continua Zabeo – ha penalizzato soprattutto i negozi di vicinato, mentre gli outlet e la grande distribuzione sono riusciti, almeno in parte, ad ammortizzare il colpo inferto dall’e-commerce che, negli ultimi 4-5 anni, ha assunto dimensioni sempre più importanti. Con meno tasse e con una tredicesima più pesante, daremmo sicuramente più slancio alla domanda interna che, in Italia, rimane ancora troppo debole, anche nei restanti 11 mesi dell’anno”.