BOLOGNA, 7 DIC – Dopo la denuncia di Lucia Borgonzoni sui rincari imposti e non dovuti alle rette dei servizi per la disabilità, spuntano nuovi casi che attestano come per anni molte Amministrazioni abbiano preteso quanto non dovuto. E’ il caso del Comune di Bologna che ha perso il ricorso al Tar presentato da due persone con gravi disabilità a cui palazzo d’Accursio aveva chiesto i pagamenti di vitto e trasporto per il centro diurno. Pagamenti evidentemente non dovuti.
La sentenza parla chiaramente di “somme indebitamente richieste” anche a seguito di “diffide” e “azioni monitorie” da parte del Comune. Il tribunale autorizza così i due a “non pagare alcuna somma al Comune di Bologna” e sancisce il diritto dei familiari a “ottenere la restituzione delle somme ad essi indebitamente richieste”. Al centro delle ‘indebite richieste’ del Comune rette non dovute per circa mille euro: 448,92 per il periodo luglio-dicembre 2010 e 595,98 euro da gennaio a giugno 2011.
Il Comune sosteneva che fino alla riforma della legge regionale del 2016 bene aveva fatto il Comune a chiedere una compartecipazione alle spese di vitto a trasporto per chi tra i disabili gravi frequentava il centro diurno del Comune ed invece il TAR Emilia Romagna ha stabilito che ancor prima di questa modifica, in base ai principi generali dell’ordinamento e come stabilito con sentenza per ben tre volte dal Consiglio di Stato, non è possibile conteggiare nel reddito dell’assistito l’indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità.
Il Tar specifica inoltre che le somme richieste dal Comune di Bologna hanno comunque carattere di “eccessività”, rappresentando “circa l’80 per cento della pensione di invalidità”.
Il Comune di Bologna ha subìto questa sconfitta dopo che era già stato in precedenza condannato più volte per avere inserito nei conteggi per controllare se il singolo disabile grave doveva o meno compartecipare ai costi dei servizi anche i redditi del nucleo famigliare di appartenenza, comportamento questo del Comune di Bologna anch’esso del tutto illegittimo.
“L’ennesima dimostrazione – dice Lucia Borgonzoni, candidata alla presidenza della Regione – di anni di ingiustizie subite da tante persone con disabilità in Emilia Romagna.
E’ inconcepibile che persone con disabilità abbiano dovuto, e debbano ancora, rivolgersi ai tribunali per far valere i loro sacrosanti diritti. Spiace anche che l’Amministrazione di Comune e Regione abbiano per anni preteso rette anche da chi è esentato, come da noi denunciato. Al governo della Regione sarà mia premura valutare uno specifico fondo ristoro per risarcire tante persone con fragilità, a cui sono stati negati i diritti in questi anni”.